Che bello chiamarci Fondazione Scalabrini!
settembre 2022
La nostra denominazione è Fondazione Giovan Battista Scalabrini. E oggi più che mai ne siamo proprio felici, e vi raccontiamo il perché. Una vita attenta alle problematiche politiche e sociali, e un capolavoro apostolico: aver compreso che i migranti italiani diretti verso le periferie delle grandi città statunitensi e le distese dell'America Latina non andavano lasciati soli.
Questo fu Giovan Battista Scalabrini nato a Fino Mornasco, in provincia di Como, l’8 luglio 1830. Se il prossimo 9 ottobre Giovan Battista Scalabrini sarà proclamato Santo, è perché la sua vita speciale ha seminato piante che hanno dato frutti ben oltre la sua scomparsa avvenuta nel 1905. Noi, che portiamo il suo nome, nella sua vita straordinaria abbiamo individuato tre parole di cui facciamo tesoro nel nostro lavoro.
Giustizia
Giovan Battista Scalabrini fu animato da un’idea di giustizia e solidarietà, convinto com’era che nessuno andasse lasciato solo in balia della propria sorte.
Lo espresse con coraggio e lungimiranza occupandosi dei migranti. Raccontò lui stesso che a provocarlo in maniera decisiva per il suo capolavoro apostolico fu una scena di cui fu spettatore un giorno alla Stazione Centrale di Milano: là si era radunata una folla di poveracci che aspettavano il treno per Genova o per Napoli, da dove sarebbero salpati per l’America in cerca di lavoro. Si sapeva che, una volta giunti laggiù, sarebbero stati preda di profittatori e sarebbero rimasti privi di ogni assistenza materiale e spirituale: infatti venivano ammassati, al loro arrivo, negli slums delle grandi città statunitensi (dove erano diretti quasi tutti gli emigrati italiani del Mezzogiorno), o nelle immense campagne dell’America Latina (meta soprattutto di quelli dell’Alta Italia) e impiegati in lavori pesantissimi senza poter contrattare la paga e gli orari di lavoro, spesso cadendo preda di sfruttatori (tra cui purtroppo non pochi compatrioti) che speculavano sul loro salario, sull’affitto dell’alloggio e sul vitto.
Spinto proprio da uno spirito di giustizia dedicò molte energie a sensibilizzare l’opinione pubblica e il mondo politico ottenendo consensi, ma senza che ne derivasse alcunché. Continuò comunque a battersi, ma non si limitò soltanto a questo.
Concretezza
Il suo “capolavoro” fu rispondere all’ignavia della politica e dell’opinione pubblica fondando la Congregazione dei Missionari di S. Carlo, più noti come Scalabriniani, il cui carisma consisteva nel dedicarsi completamente all’assistenza degli emigrati italiani in America.
Istituì poi il “Comitato di Patronato” per provvedere alla tutela degli interessi materiali degli emigrati, organismo che successivamente si nominò Società San Raffaele, suddivisa in diversi Comitati locali.
La sua concretezza lo spinse ad operare allo stesso modo anche in Italia dove da Vescovo fondò un istituto per sordomuti, organizzò un centro di assistenza per le mondine, creò società di mutuo soccorso e casse rurali; e nei 30 anni appunto in cui fu Vescovo di Piacenza visitò personalmente tutte le 365 parrocchie, anche quelle situate in paesini pressoché inaccessibili dell’Appennino emiliano, dove nessun presule si era mai recato.
Cultura
La sua attenzione verso le persone non si limitò mai soltanto all’assistenza. Se abbiamo parlato di giustizia è anche perché lui si dedicò a fare di uomini, donne e bambini ai margini, delle persone pienamente portatrici di diritti, cercando di spezzare le catene ereditarie della povertà e dell’ignoranza.
“Accanto a ogni chiesa - sosteneva - deve esserci una scuola”, e ne nacquero moltissime così centinaia di migliaia di emigrati (ed i loro figli) ebbero un’istruzione adeguata.
Convinto della necessità di un tipo di catechesi adatta ai tempi, fondò il periodico “Il Catechista cattolico”, tuttora edito in diocesi, che fu la prima rivista del genere in Italia, e organizzò a Piacenza il primo Congresso Catechistico nazionale.
Giovan Battista Scalabrini, uno di noi
E noi? Non ci trovate tra le realtà fondate da Giovan Battista Scalabrini perché siamo nati tanti anni dopo la sua morte, per volontà a Como delle Acli, Confcooperative Insubria e della Caritas sia comasca che milanese. Tuttavia da molti anni cerchiamo di tenere vivo il suo insegnamento.
Il senso di giustizia ci spinge a rompere le culture dell’assistenzialismo. Ci occupiamo di famiglie sfrattate, le quali sono chiamate ad attivarsi, perché l’obiettivo è che in 18 mesi possano tornare a vivere in autonomia. Il nostro lavoro è mobilitare attorno alle persone reti di servizi che possano aiutarle, ma anche sostenere le persone perché superino le difficoltà temporanee che le hanno messo in ginocchio in modo da ripartire con le proprie gambe. All’attualità gestiamo 19 case in provincia di Como, ed ospitiamo ogni notte 66 persone negli alloggi che abbiamo in affitto o che cerchiamo di acquistare con l’aiuto di amici e donatori. Dal 2011 abbiamo accolto quasi 450 persone, per lo più famiglie con bambini, tutte sfrattate. Persone che magari ce la facevano ma con fatica, che stavano in piedi da sole, e che sono poi precipitate a causa di quei colpi che nella vita possono accadere a tutti: la perdita del lavoro o una riduzione del reddito, una separazione, un problema di salute…
Il nostro obiettivo è dare loro un alloggio ma soprattutto un aiuto per ripartire.
La cultura che abbiamo è la leva che ci spinge a cercare, con i pochi mezzi che abbiamo, ad impegnarci perché i nostri ospiti escano dalle case della Fondazione più “solidi” di come ci sono entrati. In tutte gli appartamenti allestiamo anche una piccola biblioteca di qualità per i bambini. Alle famiglie più in difficoltà offriamo un tablet e il collegamento a Internet perché la rete serve anche per cercare un lavoro, informarsi e formarsi. A tutti offriamo occasioni per imparare a gestire le utenze con oculatezza, a governare il budget familiare con attenzione, a crescere in autonomia e consapevolezza.
Anche voi siete uno di noi?
Le ACLI sono state tra i promotori di Fondazione Scalabrini, perché la nostra è una storia nata dalla collaborazione tra le forze buone del nostro territorio, e ancora oggi non potremmo fare nulla senza l’aiuto delle persone che ci sono vicine. Potete darci una mano con il volontariato: dalle manutenzioni all’amministrazione, dall’arredo delle case al baby sittering, da noi c’è posto per qualunque vostra competenza.
Potete sostenerci economicamente: ci sosteniamo grazie a tante piccole donazioni di persone e aziende che condividono i nostri progetti ed ideali, e quelli del nostro ispiratore.
Potete adottare una famiglia, e con un contributo mensile ricorrente di 15 euro (deducibile), contribuirete così a pagare l’affitto e le utenze… e quest’anno - con il caro bolletta - il vostro aiuto sarà essenziale.
Se volete sostenerci, collaborare o anche solo conoscerci meglio, questi sono i nostri riferimenti:
- Sito: www.fondazionescalabrini.it
- Contatti: telefono 366.198.5204 – mail fondscalabrini@confcooperative.it
- Facebook: fondazionescalabrini
- IBAN IT 12I 08430 10900 000 000 262878 Cassa Rurale ed Artigiana di Cantù
Francesca Paini, Presidente Fondazione G. B. Scalabrini
Recapiti ACLI Como
Via Brambilla 35, 22100 Como
Tel: 031 33 127 11
E-mail: como@acli.it
Orari
Lunedì - Venerdì
9.00 - 12.30 / 14.00 - 16.00
Si riceve su appuntamento