Elezioni amministrative a Como: che significato dare al voto e al non voto? Quale ruolo attivo possono avere i cattolici a Como?
Luglio 2022
In occasione delle ultime elezioni amministrative a Como, la percentuale di votanti è stata molto bassa, sia nel primo turno che nel ballottaggio, ma con differenze diverse nei quartieri. Si è passati dal 44,3% dei votanti al primo turno al 35,8% del turno di ballottaggio.
Senza entrare nel merito delle diverse sezioni, i dati sull’affluenza possono già dirci qualcosa sul disagio che viene vissuto in alcune vie e zone dei quartieri della città.
Gli operatori sociali che conoscono la realtà dovrebbero avere degli elementi per esprimere dei giudizi sulla disaffezione dei cittadini.
I risultati
Chi ha vinto a Como è abbastanza chiaro. Ed anche chi ha perso, alcuni pesantemente altri difendendosi. Rapinese ha vinto raccogliendo 5.624 voti in più, giunti molto presumibilmente da elettori che avevano votato Molteni al primo turno. Barbara Minghetti invece ha perso una parte dei voti raccolti al primo turno. Nel ballottaggio non c’è stata storia. Rapinese ha vinto nettamente nel secondo turno, con il voto delle destre, soprattutto della Lega che si era apertamente schierata. Mentre il centro-sinistra non è stato in grado di recuperare voti.
Ma quella di Rapinese è veramente una lista civica? Forse si può definire più correttamente come una “lista personale”, con un uomo solo al comando. Avrà successo? È una scommessa. Si dovrà vedere come sarà costituita la Giunta e quali persone con competenze lo affiancheranno. La motivazione della vittoria di Rapinese è chiara: i cittadini hanno dato un pessimo giudizio dell’amministrazione uscente, incapace di intervenire anche nei servizi di base, ed hanno preferito chi si è proposto di risolvere i problemi di base: la sporcizia, le strade disastrate, i parcheggi, mettendo in secondo piano Barbara Minghetti che aveva puntato maggiormente su “una visione” di città e sulla partecipazione nelle scelte. Però occorrerà in ogni caso vedere quale idea di città il nuovo Sindaco proporrà: la città del solo turismo, quindi del commercio, della ristorazione, della rendita immobiliare?
Non sono chiari i riferimenti al futuro. Non c’è una consapevolezza della situazione demografica della città: una città che invecchia ma dove il 14% dei residenti ha una cittadinanza straniera ed il 20% dei minori da 0 a 4 anni sono cittadini stranieri. Questo tema è stato totalmente dimenticato nella campagna elettorale.
La partecipazione
Il tema della partecipazione al voto non riguarda solo noi, ma il punto di partenza dovrebbe essere una riflessione sulla “democrazia”. Ci siamo dimenticati che la democrazia non è data per sempre ma si ricostruisce di generazione in generazione. L’abbiamo data troppo per scontata, diventando quasi incapaci, in alcuni casi di distinguere tra democrazia e dittatura (vedi l’ambiguità di molte posizioni sull’aggressione russa all’Ucraina). La nostra democrazia è quella uscita da due guerre mondiali che avevano portato morte e distruzione in Europa. E chiudeva un ventennio dove si erano sperimentati modelli statuali autoritari e dittatoriali. In Italia, Germania, Spagna, Portogallo.
E quelle europee sono democrazie diverse da quella statunitense: sono essenzialmente democrazie parlamentari e con una maggiore divisione ed articolazione dei poteri. Ma, indubbiamente, il parlamentarismo rende più complessa, lenta e farraginosa la decisione politica. Proprio per questo il nostro modello ha due competitor forti, perché presenti sia in Europa e, soprattutto nel resto del mondo. Uno dei modelli è quello tradizionale della dittatura, nelle sue varie forme. L’altro è quello della “democratura”, cioè democrazie che accentrano sul Governo praticamente tutti i poteri, con il controllo della magistratura, delle forze dell’ordine e della stampa. Le differenze tra dittatura e democratura, vedi Russia e Cina, sono per lo più contingenti e dipendono dalle situazioni storiche.
Noi dovremmo tornare alla Costituzione, ricordando che i costituenti avevano rovesciato l’impostazione dello Stato, superando lo Stato etico per prefigurarne uno basato sui diritti irrinunciabili della persona. E fu un passaggio dove i protagonisti furono giuristi e politici cristiani, Moro, Dossetti, Mortati, La Pira, che applicarono la visione del personalismo di Mounier.
La partecipazione ed i partiti
In ogni caso, nelle democrazie, la partecipazione al voto è libera (nelle democrature un po’ meno).
Perché non si vota? Perché sembra inutile votare (non cambia niente, tutti rubano), perché non ci si ritiene competenti, perché i partiti hanno deluso. Bisogna chiedersi cosa sono diventati i partiti, come si organizzano, come sono presenti nelle comunità e come costruiscono la loro classe dirigente. Oggi gran parte dei partiti sono leaderistici: costruiti attorno ad un capo, che si circonda di sodali. Sono, spesso, solo difensori di corporazioni e di ceti sociali che difendono i propri privilegi. Sempre sull’oggi, senza un riferimento al passato e, soprattutto, senza disegni per il futuro. Vivono sui sondaggi e sull’inseguimento delle particolarità, senza una visione chiara del futuro e, cosa ancora più grave, di quello che può essere inteso come “bene comune”.
Quale ruolo possono avere i cattolici a Como: testimoniare ed avere uno sguardo verso il futuro.
La situazione internazionale, la guerra in Ucraina, i problemi energetici e l’inflazione, la crisi ambientale, l’invecchiamento della popolazione ci costringono a rivedere anche le fondamenta della nostra società. È un cambio d’epoca che dovrebbe riguardare tutti: perché significa discutere della nostra collocazione nel mondo e del nostro futuro. Pensare al futuro vuol dire, ad esempio, porsi il problema della denatalità, degli spazi e delle opportunità da lasciare ai giovani: sono loro il futuro delle nostre comunità.
Però vuol dire anche che non basta più l’impegno nella comunità cristiana e nelle associazioni. Bisogna accrescere la partecipazione “politica”. In un cambio d’epoca servono ascolto, ricerca, condivisione e l’assunzione di nuovi impegni. Nella crisi generale delle culture politiche noi cristiani abbiamo degli asset in più e sono Papa Francesco e le due encicliche “Laudato sì” e “Fratelli tutti”. Sono delle linee guida che noi laici siamo chiamati ad agire ed a rendere attive: perché delineano il futuro della terra e degli uomini. Un impegno per la persona, la comunità e l’ambiente, questo è il nostro futuro.
Ecco, per concludere, delle chiare parole di Giuseppe Dossetti:
“…Occorre che essa (la comunità cristiana), perseguendo sempre più genuinamente il suo fine proprio con i suoi mezzi propri, lasci eventualmente ai singoli cristiani o a gruppi di essi di muoversi dentro il gran mare della storia in base ad un certo progetto di società. Occorre però che siano adempiute molto più di quanto sia stato fatto finora tre condizioni precise:
- che questo progetto sia, non solo nominalmente, direi per una pia fraus, ideato e perseguito, ma anche praticamente, in modo totalmente distinto dalla comunità di fede;
- che esso abbia una sua genialità creativa (cioè non sia una rimasticatura di dottrina e progetti altrove nati) ed abbia una sua validità storica, risponda cioè ad un momento reale della storia interpretando non solo con scienza (cioè con intelligenza) ma anche con sapienza (cioè con intuizione);
- e che infine esso nasca da un senso di giustizia disinteressata e soprattutto di carità genuina verso i compartecipi sociali, specialmente verso le categorie evangeliche privilegiate (i poveri, gli umili, i piccoli).
Se non fosse così, i gruppi cristiani debbono piuttosto astenersi da un proprio progetto e riconoscere di non aver nessun titolo che li abiliti più di altri a costruire dottrine o a tentare di realizzare un qualunque progetto sociale... (1)
Giuseppe Livio, già presidente provinciale delle ACLI di Como
(1) G. Dossetti, Per la vita della città in G. Dossetti – L. Giussani, Per la vita del mondo, Bologna, 1989.
Recapiti ACLI Como
Via Brambilla 35, 22100 Como
Tel: 031 33 127 11
E-mail: como@acli.it
Orari
Lunedì - Venerdì
9.00 - 12.30 / 14.00 - 16.00
Si riceve su appuntamento