Fondo di Solidarietà Famiglia Lavoro 2020: riflessioni e qualche numero
Aprile 2021
Dietro i numeri che caratterizzano il Fondo di Solidarietà Famiglia Lavoro 2020, di cui diamo conto in questo articolo, ci sono persone: storie di vita, di fatica, di successi, di impegno, di delusioni.
Storie che descrivono non solo la vita di centinaia di uomini e donne che fino a prima della pandemia riuscivano a dare un’esistenza dignitosa a se stessi e alle loro famiglie e sono cadute vittima di eventi più grandi di loro, ma anche storie di volontari, di operatori delle associazioni e delle parrocchie che hanno teso una mano. Ed anche storie di generosità di chi ha voluto con il proprio dono offrire una chance a chi gli è prossimo, anche se non lo conosce.
Di queste vicende ci stiamo impegnando a dar conto per renderle visibili e restano comunque l’aspetto più importante che caratterizza l’esistenza del Fondo 2020. L’intento, invece, di questo breve intervento è fare un primo punto sull’esperienza del Fondo in quanto tale e sulle sue prospettive.
La prima caratteristica da evidenziare è la costruzione di una rete composta da soggetti diversi e su più livelli. Il Fondo nasce per volontà del Vescovo della Diocesi di Como e con un suo contributo economico iniziale sostanzioso. Trova subito pronti a dargli gambe, e quindi operatività, l’Ufficio della Pastorale Sociale e del Lavoro, che ne è primo responsabile, e la Caritas diocesana, che grazie alla capillare diffusione dei suoi Centri di Ascolto e agli strumenti tecnico-amministrativi di cui dispone, dà una solida base all’organizzazione. Ma a questi soggetti ecclesiali si aggiungono le ACLI, la Compagnia delle Opere e le associazioni laicali raggruppate nella Consulta delle Aggregazioni Laicali (CDAL). In tutto una sessantina di realtà che portano competenze specifiche in campo sociale e servizi per l’orientamento e la formazione, per far valere i diritti di lavoratore e di cittadino, per confrontarsi con i problemi dell’indebitamento.
E ancora più significativo è il fatto che questa operazione ha pensato al territorio come elemento fondamentale su cui fare affidamento. Il Fondo ha individuato nei vicariati, una trentina in Diocesi, il punto di riferimento per ogni azione: le domande delle persone in difficoltà individuate dagli operatori di contatto delle parrocchie, dei Centri di Ascolto, delle associazioni, vengono raccolte e vagliate dal referente vicariale e la sua proposta di contribuzione è determinante per le decisioni del Comitato dei Garanti del Fondo, che molto spesso la recepisce pienamente.
Di più: è nel territorio che si cercano le soluzioni, al di là anche degli aspetti economici, per far sentire la vicinanza della comunità a chi ne ha bisogno, per indirizzare a scelte corrette nella gestione del quotidiano e nella ricerca di nuova occupazione. Il Comitato diocesano ha solo il ruolo, importante, di governare la gestione delle risorse, di armonizzare le diverse esperienze, di far conoscere opportunità e strumenti operativi, ma la vera forza propulsiva sta alla base.
Un’ultima considerazione: il Fondo sta sperimentando una concreta e innovativa occasione per portare nel tessuto della chiesa locale e della società i temi del lavoro e della solidarietà. Mentre quello della solidarietà è ormai patrimonio acquisito della comunità diocesana, almeno come principio, il lavoro raramente riesce a introdursi tra le tematiche cui parrocchie, e gruppi che gravitano intorno a loro, prestano attenzione e giudicano prioritarie per la crescita morale e spirituale dei fedeli. Il Fondo Famiglia Lavoro 2020 mette al centro del proprio intervento il problema occupazionale, ha come obiettivo il reinserimento nel mercato delle persone che sono state espulse, nella contingenza dalla pandemia, ma più in generale da uno sviluppo distorto e ingiusto, fonte di diseguaglianze che non a caso il Covid ha accentuato. E dà quindi un’occasione di pensiero e di intervento concreto a chi lo frequenta, insieme alla consapevolezza che i problemi non si risolvono se si esauriscono con l’azione caritativa, ma che questa li evidenzia e pone questioni sul come risolverli alla radice.
Il Fondo sta per giungere al primo anno di vita e i prossimi mesi saranno segnati dalla recrudescenza delle problematiche economiche e sociali che la pandemia ha determinato e che colpirà i meno protetti. Per far fronte a nuovi e gravosi impegni dovrà rendere più ampio il suo radicamento nel territorio, avere un rapporto diretto con il mondo del lavoro e della formazione, avere un dialogo più stretto con le organizzazioni dei lavoratori e delle imprese e con le istituzioni preposte allo sviluppo dell’occupazione e la tutela dei più deboli.
Infine i numeri: l’ammontare delle entrate del Fondo, da maggio 2020 a marzo 2021, è stato di 548.784 euro, di questi 100.000 euro provengono dalla Diocesi di Como, 50.000 euro da Caritas diocesana, 25.000 erano residui di raccolte precedenti. Le altre donazioni, che stanno raggiungendo i 400.000 euro, sono pervenute da privati, parrocchie, associazioni diocesane, istituzioni bancarie e fondazioni benefiche. In misura minore da aziende: una azione di promozione interesserà a breve specificamente il mondo del lavoro con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali CGIL CISL e UIL e delle principali associazioni imprenditoriali.
Resta da definire un modo per intercettare anche le piccole donazioni che nelle esperienze simili prima della pandemia provenivano da offerte anche di modesto valore, ma per questo non meno significative, lasciate spesso come obolo durante le celebrazioni.
Sul versante contributi erogati ai richiedenti si può dire che la somma destinata loro è stata di 443.470 euro, ne hanno beneficiato 387 famiglie, interessando circa 1250 persone nei nuclei conviventi. I cittadini stranieri rappresentano il 60% del totale, vi è un sostanziale equilibrio tra uomini e donne, mentre l’età media dei richiedenti si aggira intorno ai quarant’anni. I contributi del Fondo, che statisticamente si attestano sui 1.150 euro per famiglia hanno in realtà privilegiato le famiglie più numerose. Le riunioni a cadenza quasi settimanale del Comitato dei Garanti sono state 35 in dieci mesi.
Giorgio Riccardi, Membro del Comitato di Gestione del FSFL2020 per le Acli di Como
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