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Mattarella, il valore della responsabilita', della parola e della testimonianza

Febbraio 2022

Il bis del Presidente Mattarella ci rasserena e ci dà speranza. È la conferma, inaspettata per certi aspetti, che abbiamo bisogno di serietà ed impegno per uscire dalla crisi epocale provocata dal Covid.

È finito il tempo dei “prima noi”. Ha vinto quella che dovrebbe essere una ovvietà, ma non per diversi politici, compresi molti comaschi: che dalla pandemia e dalla crisi economica e sociale si può uscire “insieme”, se cresce la responsabilità e la solidarietà tra le persone e nella società. Se non si lascia indietro nessuno e, anzi, si recuperano e di dà fiducia e valore alle persone che più hanno pagato in questi anni di crisi: i giovani, le donne, i lavoratori meno garantiti.

Si deve finalmente rivedere il nostro sistema sanitario, perché il Covid ha messo in luce la sua debolezza. Prima colpendo gli anziani ed i fragili, e oggi anche i più piccoli di tutti.

Abbiamo bisogno di creare più occupazione “di valore”, per i giovani e per le donne, per non disperdere l’investimento che abbiamo fatto su di loro. Per evitare che siano costretti a scegliere di andarsene dall’Italia.

Abbiamo bisogno anche di nuovi immigrati, che possono creare nuovo valore nel lavoro ma anche nella società, diventando cittadini a tutti gli effetti. Perché le segregazioni, l’isolamento e il disprezzo creano solo insicurezza e violenza. Mentre l’inclusione, la convivenza, la solidarietà creano sicurezza e crescita.

Questa settimana di votazioni ci ha mostrato, però, anche la debolezza, enorme, dei partiti. soprattutto di quelli sovranisti e populisti. Quelli della chiacchiera continua, sdraiati su un oggi senza futuro, sempre alla ricerca del colpevole, innamorati delle “democrazie illiberali” dei satrapi dell’est. Alcuni di questi leader, in questa settimana, hanno pienamente dimostrato la loro nullità; diffusori di chiacchiere e mai, mai, di parole di responsabilità e condivisione.

Non hanno capito che i tempi sono cambiati. Stiamo uscendo da una guerra che la maggioranza di noi ha combattuto, con sacrifici e difficoltà, cambiando la nostra quotidianità ed i nostri comportamenti. Per difendere la salute di tutti e soprattutto dei più fragili. Invece qualcuno non ha capito nulla, è rimasto fermo alle chiacchiere del passato, ha disertato l’impegno comune. Ecco, questi sono leader del passato. Anche se hanno 50anni.

Il futuro può avere il viso serio e la voce pacata del Presidente Mattarella. La sua rielezione è il riconoscimento del suo valore come persona, ma anche un riconoscimento della sua cultura, che è anche la nostra: quella del cattolicesimo sociale.

Rosy Bindi, ad una domanda di un cronista della RAI che le chiedeva come mai si ritorna a dare valore a queste persone, anziane e cristiane, ha dato una risposta chiara: non sono solo uomini “del partito”, sono uomini che si sono formati prima nella loro famiglia, poi nelle associazioni e, solo alla fine, nelle istituzioni.

Ci sono ancora percorsi di formazione umana di questo genere, ancora oggi. Ora, anche con maggiori aperture al mondo, perché ci è diventato più vicino. Dopo il Covid siamo costretti a ri-costruire delle istituzioni e delle comunità diverse.

Come nella Costituente i cristiani seppero dare un contributo fondamentale, i cristiani d’oggi sono chiamati a dare il loro contributo ad una nuova ri-costruzione. Pensando al futuro ed ai giovani. Può risultare strano questo invito, ma è indispensabile. Noi, di una certa età, diventati ormai maggioranza, quindi più potenti elettoralmente, siamo chiamati in prima persona a difendere, sostenere e dare valore ed opportunità ai giovani. Perché il nostro futuro è soprattutto il loro.

Beppe Livio, già Presidente Provinciale ACLI COMO