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Solo il camminare insieme…

Settembre 2021

Ci sono diversi modi di affrontare questo momento storico di pandemia, molti aspetti che permettono di mettere a fuoco delle parti non secondarie del nostro stile di vita e del come cercare di trarre degli insegnamenti da questa crisi. Se il termine crisi alla sua origine vuol dire scelta, punto di svolta…forse ci dovrebbe far ragionare su cosa e come fare per uscirne tutti migliori.

Tra i diversi risvolti da considerare ovviamente c’è quello sanitario, ma poi c’è quello scientifico, c’è quello economico, c’è quello sociale, c’è quello politico ecc. ed ognuno di questi campi è stato interpellato e lo è tuttora e lo sarà ancora in futuro.

Più modestamente, l’approccio affrontato in questo articolo però è quello di focalizzare alcuni aspetti sanitari con piccolissimi accenni anche agli altri campi.

Quindi ecco l’esperienza di un vaccinatore in un piccolo hub del marianese: esperienza breve (è partito a giugno 2021) con una media di circa 350 - 700 vaccinazioni al giorno e almeno 2-3 linee con medici e personale infermieristico per 12 ore al giorno, tutti i giorni.

Si può dire che è un hub umano, dove certo bisogna ‘produrre’, si calcola una media di 4-5 minuti a persona, ma c’è anche il tempo di scambiare qualche parola con i vaccinandi, al di fuori della normalità del momento medico. Si tratta per la maggior parte di persone giovani, molti minorenni e quindi si parla anche di sport o di dolorosa attualità (con una giovane marocchina si è parlato della crisi afgana e delle donne afgane…). Non è con tutti così, però: ci sono quelli che vorrebbero sentirsi dire dal medico che è meglio che non si vaccinino, perché loro non ci credono, lo fanno solo per il green pass; quelli che pur avendo la possibilità di non fare la seconda dose, insistono nel farla, perché alla televisione hanno detto che… ecc. Ma la maggior parte escono soddisfatti, perché l’organizzazione è abbastanza efficiente…se la sbrigano in 20-25 minuti (compresi i 15 minuti post vaccino) e i ringraziamenti non si sprecano. Accanto a questa parte vera e propria di vaccinazione, ci sono i volontari (ci sono almeno 5 punti in cui ne staziona almeno uno per dirottare, dirigere le persone, far compilare moduli ecc.) ci sono poi i volontari della Croce Bianca.. quindi un giro non indifferente di persone!

Complessivamente sono coinvolti circa 40 medici e 40 paramedici, un 30 per cento di pensionati, il resto sono medici di base, pochi i medici giovani.

Finite le statistiche, ma che sono importanti per contestualizzare questo momento, apriamo ad alcune considerazioni. La prima è che la risposta della popolazione alla vaccinazione è da considerarsi del tutto positiva: i motivi possono essere diversi (alcuni più nobili, altri più strumentali) ma il risultato è che la fiducia nella scienza e nelle istituzioni ha assolutamente prevalso sullo scetticismo o sul negazionismo.

Seconda cosa, anche questa non trascurabile e assolutamente complessa, è che la macchina organizzativa, chi doveva effettuare questa attività in pratica: parte sanitaria, volontariato e struttura organizzativa (localizzazione, attrezzature,  recupero giornaliero di vaccini e loro diluizione ecc.) ha galoppato e ha determinato il ‘successo’ dell’iniziativa.

Terzo e ultimo aspetto positivo: dopo i primi pasticci della Regione nelle prenotazioni e nella gestione dei vaccini, ora si può dire che siamo all’altezza di un paese “civile”: relativa semplicità nella prenotazione, velocità nella registrazione. Dall’invio per mezzo del pc dell’avvenuta vaccinazione, passa meno di un minuto per l’arrivo sul telefonino del vaccinato della sua registrazione e il green pass arriva dopo circa 12 ore.

Considerazioni negative e di carattere più generale e monito da evitare in futuro, anche se è vero che si tratta della prima pandemia del mondo globalizzato, con un virus sconosciuto, che si sperava non potesse più verificarsi in queste proporzioni,

L’atteggiamento che emerge è di confusione, nella scienza e tra gli esperti della materia: i diversi atteggiamenti e i diversi approcci hanno generato molti dubbi e perplessità nella gente comune.

Confusione tra le istituzioni statali: all’assoluta impreparazione iniziale (abbastanza normale anche se poco giustificabile!!) sono seguite, e ancora ci sono, contrasti di vedute tra le varie componenti (stato, regioni, comuni) e questo esige che si chiarisca meglio in futuro il chi fa cosa, in una condizione di marcata emergenza.

Confusione nella nostra Regione Lombardia: è già stato detto da altri aclisti che va modificata la struttura troppo “specialistica” della nostra sanità e studiata una medicina di comunità e preventiva. E poi, nello specifico quasi ogni giorno arrivano delle circolari regionali che smentiscono, rettificano (poche volte precisano!) quello che il giorno prima hanno inviato.

Confusione nei partiti politici: non si possono strumentalizzare questi momenti: un simile momento non può essere affrontato nei termini di prima l’economia o prima la salute!

Confusione tra la gente: dopo tanto tam tam mediatico e politico, è difficile uscire dalla logica del ‘padrone a casa mia’, e passare a considerarmi unito e connesso (nel bene e nel male) col resto del mondo.

Confusione con i no-vax che antepongono il diritto della libertà personale, diritto che è inalienabile, al bene comune in un momento in cui i vaccini sono l’unica risposta per evitare la malattia sia per le persone che non possono vaccinarsi sia per i poveri (di tutto il mondo) che non possono accedere a eventuali cure costosissime.

 

In conclusione ci sono due frasi che riassumono questo particolarissimo momento storico:

 

  • La vita va vissuta come un viaggio di compagni di carovana, di fratelli e sorelle: solo il camminare insieme può dare senso alla vita, solo l’amore può lottare contro la morte (Enzo Bianchi - 23.8.2021).

 

  • Chiedo a Dio che ognuno possa contribuire con il suo piccolo granello di sabbia, il suo piccolo gesto di amore, per quanto piccolo sia, l’amore è sempre grande. (Papa Francesco - 19.8.2021).

 

Piero Torricelli, Consigliere Provinciale ACLI Como