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Documento sulle elezioni amministrative a Como

La scadenza elettorale amministrativa e di conseguenza la stesura di questo documento cadono in un momento problematico per l’umanità intera. Il Covid e la cruenta invasione dell’Ucraina hanno segnato, in forme e a seguito di responsabilità differenti, una svolta storica con cui dobbiamo fare i conti. Le ACLI di Como a maggior ragione vogliono dare un loro contributo perché una serena e motivata partecipazione al voto sia un segnale di fiducia nel sistema democratico.

 

IMPORTANZA DEI COMUNI

La democrazia è fondata sulla partecipazione attiva dei cittadini e va riaffermata ed agìta da ogni nuova generazione, pena la sua decadenza. Un ruolo fondamentale per la sua realizzazione è quello dei Comuni, perché sono le istituzioni di base, le più vicine ai cittadini. Ed è ai Comuni che i cittadini si rivolgono per avere delle risposte ai loro bisogni. In una città capoluogo, come Como, i cittadini sono tutti i residenti, che abbiano la cittadinanza italiana od un’altra, i lavoratori che vi giungono giornalmente, gli ospiti che la vivono per brevi periodi. È complicato dare delle risposte che soddisfino tutti ma si possono attivare strumenti che possono aiutare nel trovare soluzioni soddisfacenti e condivise. Il luogo di intervento e lo spazio di partecipazione è quello della “prossimità”, essenzialmente quindi quello del “quartiere”, dove si vive fianco a fianco e dove “si fa” la qualità della vita, soprattutto per i minori e per gli anziani, per chi compie i primi passi nella comunità e per chi non deve essere lasciato solo.

COVID, GUERRA: I SINDACI

L’esperienza del Covid dovrebbe aver insegnato che non funzionano le logiche del “prima io”; dalla pandemia siamo usciti “insieme”, condividendo il più possibile scelte e comportamenti. È un “prima noi tutti insieme” che dobbiamo riprendere, con l’obiettivo di “non lasciare indietro nessuno”: sono le persone, le organizzazioni sociali e delle istituzioni capaci di erogare servizi “integrati” che costruiscono, insieme, comunità in grado di affrontare i problemi e garantire i diritti di base: alla salute, alla formazione, al lavoro, alla casa. Oggi poi, devono essere assolutamente utilizzate, e non sprecate, le occasioni offerte dalle risorse messe a disposizione con il PNRR: per il miglioramento delle competenze digitali, per una sostenibilità ambientale, per un nuovo welfare della salute. Non a caso il PNRR definisce delle strategie e delle azioni positive per i giovani, per le donne, per i cittadini che vivono condizioni di debolezza e svantaggio. Il Comune di Como è in una situazione di gravissimo ritardo e la nuova Amministrazione deve assolutamente recuperarlo, altrimenti viene persa un’occasione straordinaria per investimenti fondamentali per lo sviluppo della città.

Un insegnamento ci deriva anche dalla cruenta invasione dell’Ucraina: le città e le loro popolazioni hanno avuto un ruolo centrale nella dinamica della guerra. Sono state soprattutto loro ad essere oggetto di bombardamenti, di distruzione e di violenze estreme. Sono loro che hanno reagito con la messa in campo di tutte le risorse istituzionali e della solidarietà che avevano a disposizione. Il sindaco, spesso anche il vicesindaco, sono stati, soprattutto nelle piccole comunità, protagonisti di una risposta diffusa sul territorio, sono stati il riferimento costante e presente per la loro gente.

COMO, POPOLAZIONE E POSIZIONAMENTO

I dati demografici ci dicono che anche Como invecchia: la natalità è in decrescita costante da molti anni, aumentano gli anziani. Ci dicono anche che a Como vive, ormai stabilmente, una quota significativa di cittadini stranieri. Tutti devono avere una cittadinanza attiva, perché una comunità che non separa, che non crea ghetti ed emarginazione, è una comunità sicura. La diminuzione dei giovani creerà problemi in termini di occupazione già a partire dai prossimi anni. Per mantenere il livello di benessere attuale dobbiamo necessariamente aumentare il tasso di occupazione delle donne e dei giovani. E ci è indispensabile anche mantenere un saldo migratorio positivo. Il Comune può avere un ruolo importante, per esempio nel favorire il miglioramento di quei servizi sociali che possono allievare il peso delle attività di “cura” che ricadono sulle donne. Dagli asili nido, ai servizi per i giovani e per le madri che rientrano al lavoro, ai servizi di cura per gli anziani. Como è città di frontiera e deve confrontarsi con la “concorrenza” che le viene fatta da un lato dal Canton Ticino, dove i frontalieri aumentano costantemente, dall’altro da Milano quale centro di attrazione per la forza lavoro di alta qualificazione. Como rischia di ridursi ad un dormitorio od a una città al servizio di consumi “mordi e fuggi” (quelli commerciali, rivolti ai ticinesi, e quelli turistici dei fine settimana). Invece deve tornare ad essere veramente “città capoluogo”, in grado di dare servizi di qualità non solo ai suoi residenti ma a tutti coloro che richiedono servizi, pubblici e privati, di valore. La città può riprendere un ruolo di riferimento sia nella Regio Insubrica, lo strumento associativo delle comunità transfrontaliere, sia con i comuni del circondario, sia con le due città consorelle, Varese e Lecco, nella logica della costruzione di relazioni “orizzontali”, non in competizione, ma a supporto anche della centralità dell’area metropolitana milanese.

L’AMMINISTRAZIONE DELLA CITTA’

C’è un dato che ha caratterizzato il mandato amministrativo trascorso a Como: l’immobilismo. Non vi è stato “scatto in avanti”, non sono stati affrontati né tantomeno risolti i problemi che ormai da alcuni decenni affliggono la nostra città sia sul piano urbanistico ed infrastrutturale (area ex-Ticosa, traffico congestionato, impianti sportivi) sia su quello sociale (vecchie e nuove povertà, presenza sul territorio). Ci si è limitati ad una gestione quotidiana, appesantita tra l’altro dai due anni di pandemia, senza prospettare un’idea ed una visione strategica. In alcuni casi si è addirittura interrotta una sperimentazione avviata dalla precedente amministrazione Lucini, che cercava nuove vie alle forme di partecipazione dei cittadini e dei corpi intermedi della società civile (consulte, assemblee sul territorio). Ci ritroviamo quindi con una situazione nella quale i candidati sindaco delle principali coalizioni sono nuovi ed il sindaco uscente non si ripropone, nonché ancora una volta ad una frammentazione in più liste che probabilmente troverà nel ballottaggio una sua soluzione. La nota positiva è che in questa tornata elettorale, diversamente da quella appena conclusa, si propongono nelle varie liste candidati proveniente dalla società civile e dal mondo dell’associazionismo e del volontariato, persone che hanno alle spalle una grossa esperienza di rapporto con i cittadini e con il territorio ed una reale capacità di lettura dei bisogni.

L’IMPEGNO DELLE ACLI E DELLE ALTRE ASSOCIAZIONI

A Como in occasione di questa tornata elettorale si è concretizzata e finalizzata la collaborazione tra quattro organizzazioni, le ACLI, Azione Cattolica, Caritas e Compagnia delle Opere, già sperimentata da diversi anni e consolidata dall’esperienza del Fondo diocesano di solidarietà per i problemi del lavoro.

E’ stato costruito un percorso che ha previsto cinque incontri sul territorio e con le altre associazioni, finalizzato all’ascolto attivo, una riunione con i candidati dell’area presenti nelle liste, due momenti pubblici, uno sul tema della partecipazione e uno di confronto tra i candidati al ballottaggio. I cittadini che hanno partecipato a queste iniziative, provenienti da esperienze di parrocchia, di volontariato, di associazionismo hanno sottolineato la necessità che le persone impegnate in politica e nelle istituzioni che si ispirano alla dottrina sociale della Chiesa abbiano un luogo di confronto, anche al di là dell’appartenenza a liste o coalizioni differenti. Il percorso non si concluderà con la vicenda elettorale, ma si svilupperà cercando la condivisione di altre associazioni e raggruppamenti sociali.

LA PARTECIPAZIONE

Un impegno specifico, che le ACLI hanno da sempre sostenuto anche per la sua stretta connessione con il tema fondante per l’organizzazione dello sviluppo della democrazia, è quello per la partecipazione. Negli ultimi anni il fenomeno dell’astensionismo ha segnato la storia delle competizioni elettorali. Anche nella nostra città il sindaco viene eletto con il sostegno esplicito di un quarto dei cittadini. Le ragioni di questo allontanamento del corpo elettorale dal voto sono state più volte valutate, ma non si sono trovate azioni valide per contrastarlo, nemmeno in occasione delle consultazioni locali dove dovrebbe essere più evidente la connessione tra espressione del voto e condizioni di vita delle persone. Certamente fenomeni come la pandemia e la diminuzione dei rapporti sociali e anche fisici tra le persone vanno in direzione di un calo di partecipazione: riprendere consuetudini di incontro, di dialogo e di confronto, può essere un elemento per l’inversione di tendenza. Ma accanto alle azioni come quelle che può mettere in atto l’associazionismo di base, per esempio gli incontri territoriali che abbiamo proposto nel percorso di avvicinamento a queste amministrative, vi sono anche impegni che le istituzioni possono e devono prendere per incentivare l’interesse per il bene comune. Dare spazio, insieme a tutte le forze dell’associazionismo nel sociale, e rivitalizzare strumenti anche già previsti dallo Statuto comunale, come le Assemblee di Zona e le Assemblee tematiche, i referendum. Con un’attenzione all’incontro e al coinvolgimento delle persone residenti privi di cittadinanza, di nuova o meno recente immigrazione, la cui integrazione costituisce elemento fondamentale per la vita e lo sviluppo della città.

ALCUNI TEMI

I temi su cui abbiamo fatto riflessioni in questa fase, soprattutto nel cammino di confronto con il mondo cattolico sono stati diversi. Per elencare non esaustivamente quanto è stato oggetto degli incontri delle quattro associazioni si possono citare: Abitazione e assetto urbanistico, Ambiente, Anziani, Cultura, Famiglia e demografia, Giovani, Impegno per la pace, Integrazione, Libertà di culto, Minori, Partecipazione democratica, Povertà e lavoro, Servizi sociali, Salute, Scuola e formazione, Vulnerabilità sociale.

Le ACLI, la cui azione sociale e di presenza con i servizi si esprime in tutti questi ambiti, hanno scelto di concentrare la loro attenzione in questo documento su un numero limitato tra questi temi.

VULNERABILITA’ SOCIALE

In questi anni è aumentata non solo la povertà ma anche la vulnerabilità sociale delle famiglie. La pandemia, anche nella nostra “ricca Como”, ha collocato centinaia di famiglie alle soglie della povertà, con la perdita del posto di lavoro e per situazioni sociali disgreganti (separazioni, stato vedovile, sfratti etc.). La nostra convinzione è che la “qualità sociale” di un territorio e di una comunità non solo produce coesione (fatto di per sé già importante e decisivo) ma è anche fattore di sviluppo, cioè qualcosa che permette ai territori di competere meglio sul mercato globale. Per questo pensiamo che a Como sia necessario un più di risorse ed un segnale di discontinuità nella gestione delle politiche sociali. In questa logica l’intervento dell’Ente locale dovrebbe essere quello di Ente regolatore, di promozione e di coordinamento, al fine di potenziare un tessuto civile plurale e complesso, costruito e sorretto da responsabilità condivise in una logica di sistema allargato di governo (famiglie, associazioni sociali e di volontariato, gruppi informali etc.). L’obiettivo è la costruzione di una comunità viva che si prende cura di sé e delle situazioni deboli.

Da questo punto di vista una particolare attenzione dovrà anche essere indirizzata alla presenza delle famiglie immigrate nella nostra città per favorire forme di aggregazione associativa e rappresentatività delle varie etnie presenti per valorizzare le rispettive culture e per favorire la coesione sociale. Si dovrà poi avere maggiore cura nella relazione con il carcere, partendo dalla situazione endemicamente problematica rispetto alla vivibilità della struttura del Bassone e alle prospettive di inserimento sociale e lavorativo dei detenuti al termine della pena, ma anche dalla ricchezza rappresentata dal volontariato attivo da anni, che va sostenuto anche dall’amministrazione locale.

SALUTE

La nuova Legge Regionale 14 dicembre 2021, n. 22 - ha previsto importanti interventi nel sistema sanitario e sociosanitario, con la novità dell’avviamento delle Case della Comunità. Dopo aver trovato le collocazioni, anche a Como in Via Napoleona, si tratta ora di dare contenuto a questi luoghi e definire l’assetto organizzativo. La proposta delle Acli di Como è quella di stare dentro il processo, proprio nell’ottica di lavoro d’insieme della programmazione di un Tavolo Istituzionale per l’integrazione socio-sanitaria dove attori principali sono ASST, ATS, ma anche i Sindaci, a partire dal Sindaco della città capoluogo quale responsabile della salute della popolazione, oltre alla presenza degli ordini professionali e degli Enti di Terzo Settore. Riteniamo pertanto importante un prossimo passaggio istituzionale del nuovo Sindaco, per la formazione del Tavolo della Salute, perché la Casa della comunità possa diventare un luogo dove si snoda la regia dei percorsi per il benessere comunitario. La collaborazione con il Tavolo della Salute diventa poi fondamentale per attivare un sistema di servizi realmente in grado di rispondere ai bisogni della cittadinanza e di realizzare quel processo di integrazione socio-sanitaria sempre auspicato ma non ancora compiuto.

AMMINISTRAZIONE CONDIVISA

Anche Como si colloca in un momento storico particolarmente importante, dove si rende necessario ricostruire le comunità provate dalle ultime crisi economiche e dalla pandemia. Di fronte a questi scenari, le Acli di Como ritengono fondamentale costruire una nuova cultura della collaborazione basata sul perseguimento dell’interesse generale in cui il Terzo settore e la Pubblica amministrazione insieme possano definire gli obiettivi e concorrere alla realizzazione delle azioni opportune per raggiungerli. I dispositivi normativi oggi presenti, dando attuazione al principio di sussidiarietà orizzontale, definiscono la cornice all’interno della quale possono trovare piena legittimità gli strumenti riconosciuti anche nell’attuale Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e che rispondono alle nuove sfide di cambiamento e di crescita delle comunità.

 Per questo auspichiamo che anche il Comune di Como nella prossima tornata amministrativa, a seguito dell’avvio della riforma del Terzo Settore, possa dare avvio ad un percorso per l’adozione di un Regolamento unico sulle forme di collaborazione per la costruzione dell’amministrazione condivisa per la coprogrammazione e la co-progettazione, per provare a delineare insieme gli scenari futuri, con una visione costruttiva e innovatrice.

AMBIENTE- ENERGIE RINNOVABILI

La povertà energetica interessa oggi, solo in Europa, 50 milioni di persone che non hanno accesso a forme adeguate di energia a causa di fattori come il basso reddito, l'alto costo e la scarsa efficienza energetica degli edifici. Le ripercussioni sociali sono drammatiche: in Italia il 16% della popolazione non riesce a riscaldare o illuminare adeguatamente la propria casa o ha difficoltà ad utilizzare i propri elettrodomestici. La pandemia ha aggravato questa situazione, facendo aumentare il fabbisogno energetico delle famiglie e il consumo domestico di energia necessaria per lo smart working o la didattica a distanza. E’ pertanto inderogabile attivarsi per la messa in campo di nuove politiche energetiche volte a contrastare il fenomeno della povertà, favorire la transizione verso un'economia più verde e ridurre la dipendenza energetica da altri Paesi. Con l’entrata in vigore del decreto legislativo n°199 del 8/9/21 che recepisce la direttiva europea sulla promozione delle energie rinnovabili e incentiva le comunità energetiche, si apre una spinta sulla strada della transizione energetica.

Le Acli di Como , nel promuovere a breve un convegno in proposito, ritengono importante stimolare i prossimi Amministratori della Città ad avviare una partecipazione collettiva di cittadini, imprese, enti del terzo settore, enti locali e altri soggetti al fine di dare avvio ad una possibile associazione per la creazione di comunità energetiche o in gruppi di autoconsumo collettivo per produrre localmente, tramite fonti rinnovabili, l'energia necessaria al proprio fabbisogno, condividendola e traendone benefici. I gruppi di autoconsumo collettivo sono infatti uno strumento di solidarietà sociale e di contrasto alla povertà energetica e si rivolgono a una platea vasta e possono avere un impatto positivo diretto sui costi per l’energia sostenuti dai cittadini.

LA PACE

La Città Messaggera di Pace deve avere su questo tema un ruolo attivo, tanto più necessario in una fase in cui lo spettro della guerra nucleare torna ad essere evocato, la “terza guerra mondiale globale ma a pezzetti” continua a mietere vittime e si compie la tragedia dell’invasione russa ai danni dell’Ucraina. In questo quinquennio non vi sono stati segnali di interesse da parte del governo della città a manifestare le necessarie forme di impegno. Mentre un delegato dell’amministrazione precedente aveva assunto il ruolo di presidente nel Coordinamento Comasco per la Pace, la giunta uscente non ha provveduto a nominare un proprio rappresentante e ad assumere una funzione propositiva; anche l’esperienza di Intrecci di Popoli, il festival delle culture, dei gemellaggi e della cooperazione internazionale è stata affossata. Ci aspettiamo dalla nuova amministrazione un impegno diverso, che si sostanzi, oltre che sull’attenzione alle grandi questioni planetarie su atti concreti che abbiano una visione multiculturale, multietnica e multireligiosa della società da costruire.

LE CANDIDATURE

Nel contesto descritto sono maturate nell’ambito del gruppo che fa riferimento al Consiglio Provinciale delle ACLI disponibilità di persone a candidarsi per il Consiglio Comunale.

Luisa Seveso, presidente provinciale dal 2008 al 2016 e Luigino Nessi, consigliere provinciale e legato al Movimento da una vita hanno deciso di partecipare alla competizione elettorale: Luisa Seveso come candidata della “Lista Minghetti - Svolta Civica”, Luigino Nessi in “Como Comune”. Entrambe le liste propongono Barbara Minghetti come Sindaco di Como. Anche questa presenza in due compagini diverse, pur accomunate da una unica scelta di fondo, rappresenta un segno di pluralismo all’interno dell’organizzazione. Le ACLI e gli aclisti comaschi opereranno per il buon esito di questo impegno da parte di entrambi i nostri esponenti.