Primo maggio: Lavoro migliore uguale Paese migliore
Pace, Lavoro e Dignità. Con queste parole le Acli di Como e di tutta Italia e in diverse nazioni nei luoghi del mondo, dove sono presenti, celebrano il Primo Maggio 2024 con un’attenzione particolare alla Pace, contro tutte le guerre reclamando, solidali con le vittime, affinché torni in campo la politica, per fermare le armi e il riarmo, perché la memoria e le aspirazioni si coniughino con il tempo che viviamo.
Ricordando che nella nostra Costituzione il lavoro deve “assicurare un’esistenza libera e dignitosa”, le Acli di Como ribadiscono che il lavoro possa essere considerato crescita della persona e della società, collaborazione e partecipazione nelle aziende e con le comunità, condivisione della ricchezza generata, con la dimostrazione delle tante esperienze di un’economia effettivamente civile, dove si è scommesso sulla crescita di ogni persona che lavora, sulla partecipazione dei lavoratori, sulla collaborazione con le comunità, non guardando solo ai profitti.
Ma oggi il lavoro spesso non dà più abbastanza per vivere né a chi lavora (soprattutto a giovani e donne, ma non solo) né al Paese, rendendoci consapevoli che un Povero lavoro è sempre più sinonimo di Povero Paese.
Tanti fattori hanno concorso ad impoverire le condizioni di lavoro, toccando soprattutto, ma non solo, giovani, donne, stranieri e residenti nel sud:
- le disparità nel lavoro, anche per la crescita del sommerso
- la bassa occupabilità che cresce con le trasformazioni del lavoro, specialmente guardando alle fasce più deboli e alle conseguenti necessità formative di quasi 10 milioni di lavoratori sopra i 50 anni;
- l’irreversibile calo demografico e la crescente difficoltà a trovare lavoratori;
- la deindustrializzazione del Paese.
Si è così impoverito anche il Paese perchè “occupazione” in molti casi trattasi di part-time involontari e forme irregolari, alimentando meno i consumi e generando un gettito sempre più scarso per mantenere servizi, sanità, scuola, investimenti pubblici, con l’assenza di welfare sociale (nidi, risorse per l’assistenza anziani, politiche familiari ...) che ha concorso a una bassa occupazione femminile.
Sul territorio comasco, l’esperienza degli sportelli “Acli Rete Lavoro”, con l’apertura gratuita dallo scorso novembre 2023 da parte di volontari, a Como e a Cantù a favore dei senza lavoro, ha evidenziato che i fattori sopra descritti sono presenti anche nella nostra provincia.
La maggior parte dei nostri utenti presentano problemi rilevanti con il lavoro perché disoccupati, oppure impediti da fattori oggettivi nella ricerca di lavoro o non soddisfatti della propria condizione lavorativa, che subiscono in modo involontario e che troppo spesso colloca queste persone nel bacino del lavoro povero.
Inoltre, il disequilibrio tra domanda e offerta di lavoro (il cosiddetto mismatch) rimane ed è un ulteriore problema rilevato nei nostri sportelli che trova un oggettivo riscontro anche sul tasso della disoccupazione.
Vengono riprese qui di seguito le proposte avanzate dal documento delle Acli nazionali:
Istruzione e formazione professionale: la Scuola e l'educazione sono le priorità per guardare al futuro e ormai devono accompagnarci per tutta la vita, introducendo il diritto alla formazione permanente e connettendo di più tecnica e cultura, pratica e pensiero. Abbiamo bisogno che i giovani possano tornare a vivere e immaginare il mondo e il lavoro.
Inclusione: un reddito minimo per tutte le famiglie in povertà assoluta e “Case del lavoro” in collaborazione tra comuni, centri per l'impiego e Terzo settore, per generare più politiche attive nel territorio; un welfare non solo per chi può pagarselo, assegni di cura alle famiglie per l’assunzione delle badanti e un piano straordinario di servizi e azioni per aumentare l'occupazione femminile
Indice del lavoro dignitoso: un indice scientifico che fissi la soglia di salario minimo nei diversi settori, valorizzando i contratti collettivi siglati dai sindacati maggiormente rappresentativi, che contribuisca a legittimare solo contratti collettivi non opportunistici.
Ispezioni di comunità contro le emergenze del sommerso e degli incidenti mortali: si coinvolgano comuni e terzo settore accreditato nella lotta contro il crescente lavoro nero e le situazioni in cui la vita è a rischio.
Immigrazione: la legalità è fatta di diritti e senza immigrazione anche le industrie se ne andranno perché il numero di ventenni è già il 38% in meno dei cinquantenni, con i lavoratori over 50 che sono quasi 10 milioni. Serve una politica regolare, non sporadica e emergenziale, di accoglienza e integrazione. Insieme va rafforzata e aumentata la cooperazione allo sviluppo, e non tagliare le già poche risorse stanziate, aumentando così la distanza dallo
Industria: servono politiche industriali nazionali ed europee, per uno sviluppo sostenibile, per avere grandi aziende e per non perdere tanti ricercatori andati all’estero. Va bocciata l'autonomia differenziata: sarà la pietra tombale sulle politiche industriali. I servizi per l’industria, le infrastrutture strategiche, la ricerca universitaria concepite e governate in competizione tra regioni, vogliono dire aumento dei costi, della burocrazia, delle normative (21 invece di 1), dei Cda delle società partecipate. Il tutto a scapito di cittadini, famiglie e piccole e medie imprese e mettendo di fronte all’opportunismo delle multinazionali, istituzioni frammentate. Serve essere una regione dell’Europa e non una pletora di regioni autoreferenziali, anche per avere norme europee sul rispetto dei diritti e dell’ambiente nelle catene di fornitura locali e globali.
Imposte: oltre a un vero contrasto al sommerso, anche prevedendo una maggiore tracciabilità del denaro, si bocci la deriva politica che premia la rendita e la speculazione e carica tutto su lavoro e pensioni. Si promuova una fiscalità, anche europea, che elimini i paradisi fiscali, tassi correttamente le multinazionali, tocchi le grandi ricchezze, penalizzi le transazioni fatte solo per fare soldi e accrescere la bolla finanziaria globale. È urgente avere un fisco che premi lavoro e famiglie e favorisca gli investimenti di lungo periodo in uno sviluppo sostenibile, in particolare nel Green Deal europeo.
Como, 1 maggio 2024
Marina Consonno
Presidente Acli Como Aps
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