Ricordi degli anni Ottanta: tra storia e memoria personale
Ottobre 2025
“Ricordare la lunga storia delle ACLI ci permette di riflettere sul nostro ruolo nel presente e di guardare con speranza al futuro. Vogliamo tracciare ricordi di questa storia, tracciati di un vissuto di persone che a loro volta hanno fatto la storia delle Acli. Diamo spazio alla voce dei presidenti provinciali che si sono susseguiti operosamente negli anni, questo mese sarà con noi Beppe Livio, presidente dal 1981 al 1985”.
Marina Consonno, Presidente ACLI Como APS
Mi è un po' difficile parlare delle ACLI dei primi anni ’80, perché ormai sono passati molti anni e i ricordi sbiadiscono. Non sono stati anni semplici ed era un mondo molto piuttosto diverso da quello d’oggi. Non c’è internet, stanno uscendo i primi personal computer, si sta scoprendo, non senza preoccupazione, le prime forme di AIDS. In Polonia appare a Danzica un nuovo sindacato, Solidarnosc e un nuovo leader Lech Walesa, in un paese che sembrava avere uno spiraglio per uscire dal colonialismo sovietico. Suscita aspettative ma viene presto represso dalla presa del potere di un generale (Wojciech Jaruzelski). Negli Stati Uniti viene eletto Presidente Donald Reagan, un ex-attore di non eccelso livello, che inizia subito un depotenziamento del sistema federale. Si inaugura l'era reaganiana: meno tasse e tagli alla spesa pubblica per risollevare l'economia. Ma Reagan si dimostra poi più abile ed efficace nel rapporto con l’URSS. In Gran Bretagna comanda Margaret Thatcher, impegnata nella guerra delle Farkland e a mettere un freno al potere delle storiche Trade Unions, mentre in Francia viene eletto per la prima volta il socialista Francois Mitterand.
Muore il vecchio e decrepito dittatore sovietico, Leonid Brežnev, con un successivo periodo di nuovi Segretari Generali di cui si fa fatica a ricordare il nome (Andropov, Cernenko). In Cina Deng Xiaoping diventa l’uomo forte del partito e del paese ed avvia l’esperimento del capitalismo di partito.
In Italia, per la prima volta c’è un Presidente del Consiglio non democristiano, Giovanni Spadolini ma, in tre anni, si susseguono tre Governi (dopo Spadolini, Fanfani e Craxi) tutti impigliati nel CAF, un litigioso accordo di potere tra la DC e il PSI craxiano (CAF stava per Craxi-Andreotti-Forlani). Nel 1981 c’è il referendum sull’aborto che impegna non poco, in un difficile equilibrio, anche le ACLI. C’è una crisi economica che colpisce, al solito, le imprese manifatturiere, con un sindacato ancora forte ma che ha praticamente chiuso ogni prospettiva di unità sindacale. Un estremista turco cerca di uccidere Giovanni Paolo II° in Piazza San Pietro.
Nel 1984 la Commissione P2, presieduta da Tina Anselmi, pubblica la relazione finale. Viene confermata la veridicità degli elenchi sequestrati nella villa di Gelli ed il suo antico rapporto con i servizi segreti deviati.
Ma ci sono anche grandi imprese sportive: nel 1982, l’Italia diventa Campione del Mondo a Madrid e Paolo Rossi riceve il “Pallone d’Oro”.
Al Congresso di Bari del dicembre1981arrivò un messaggio di Giovanni Paolo II° che segnò il definito riavvicinamento alla Chiesa delle ACLI, che si definirono “un movimento della società civile per la riforma della politica”, muovendosi lungo le direttrici della pace, dell’internazionalismo e della diffusione dei poteri; presidente è Domenico Rosati.
In Lombardia diventa Presidente delle ACLI Giovanni Bianchi ed è una ventata di innovazione radicale, sia per le modalità della sua elezione (è un outsider assoluto) sia per le competenze e le capacità di elaborazione e leadership autorevole che porta nelle ACLI.
Nelle ACLI comasche si possono ricordare tre cose. La prima è stato il compiersi del passaggio della responsabilità dal gruppo storico delle ACLI operaie (Saverio, Angelo, Camillo) ad un gruppo di giovinastri, come il sottoscritto, non operai ma ex-studenti. Come tutti i momenti di passaggio, non indolore e complesso. Che creò, nel 1984, divisioni e dispersione di risorse.
La seconda è stata la ripresa di un rapporto “ecclesiale” con la Chiesa di Como, con il suo Vescovo, Mons. Teresio Ferraroni, sacerdote “aclista storico”, con il quale si era avuto un rapporto difficile e complicato. Ma, alla fine, autorevole e vero pastore anche per noi (e che ora vorremmo ricordare come “vero Resistente” contro il fascismo).
Ed il segno maggiore di questo rapporto con la Chiesa di Como resta l’entrata a pieno titolo, non solo nel gruppo responsabile ma nell’intero sistema aclista di Don Marco Folladori, vero amico e vero sacerdote al servizio della “comunità cristiana aclista”.
La terza è stata, nel 1983, la celebrazione del Centenario della nascita di Achille Grandi, in collaborazione con il Comune di Como, con la predisposizione di una mostra, la pubblicazione di una ricerca storica sulla sua figura nel suo periodo comasco (Beppe Longhi: “Achille Grandi a Como. Cristianesimo sociale e movimento sindacale nel primo Novecento”). Il libro porta due prefazioni: una di Antonio Spallino, Sindaco di Como e la seconda di Domenico Rosati. Il Centenario si concluse con una grande convegno nel salone del Setificio con la presenza di Pierre Carniti, di Giorgio Benvenuto, segretari nazionali e di Riccardo Terzi, in rappresentanza di Luciano Lama.
Poi i ricordi per me più importanti e decisivi. La scomparsa, nel giro di pochi anni, dal 1982 al 1983, di molta parte della mia famiglia: un fratello e due sorelle di mio padre, e, dopo, di nostra madre. Che muore a 63 anni, nel febbraio del 1985, in un letto d’ospedale mentre la tenevano per mano. E questi sono senza dubbio i ricordi più radicati in me dei primi anni ‘80.
Beppe Livio, già presidente ACLI Como APS
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