Patronato Acli, ottant’anni dalla parte dei diritti
Giugno 2025
Nelle date del 13 e 14 giugno 2025 abbiamo festeggiato gli 80 anni del Patronato Acli, offriamo ai lettori di Laboratorio sociale gli articoli riportanti sulla stampa de "La Provincia".
Anniversari
Il patronato delle Associazioni cristiane lavoratori italiani fu inaugurato a Como nel 1945.
Venerdì a Villa Gallia un convegno per ripercorrerne la lunga storia e per tracciarne le prospettive future
Dal lontano 1945, vale a dire da ottant’anni, il patronato delle Associazioni cristiane lavoratori italiane a Como aiuta i cittadini a fare valere i loro diritti.
Risponde in materia di cura, assistenza e previdenza
Raggiunto questo importante traguardo, venerdì (13 giugno) dalle 10 alle 12.30 a Villa Gallia si terrà un convegno con i vertici nazionali per cercare di ripercorrere la lunga storia del patronato e tracciare le future prospettive. Sabato 14 giugno poi dalle 10 alle 17 tutti in piazza Verdi per fare festa con musica e intrattenimenti.
«Il 2025 è un anno importante per il patronato in quanto ricorrono gli 80 anni dalla sua fondazione - spiegano Stefano Panzetta ed Emanuela Mattiroli, presidente e direttore del patronato Acli di Como – la sua nascita avvenne immediatamente dopo quella delle Acli e non fu un caso, in quanto si pensò subito di affiancare alla associazione l’attività di un soggetto che contribuisse a fornire un aiuto concreto alle persone dopo venti anni di dittatura e la tragedia della guerra». Nella delibera fondante datata 3 aprile 1945 si legge «considerata la necessità di fornire ai lavoratori, con spirito di massima solidarietà, l’assistenza tecnica e specializzata necessaria per il conseguimento di diritti sanciti dalla legislazione previdenziale, dagli ordinamenti sociali ed amministrativi». Questo lo spirito del patronato: contribuire a concretizzare quanto c’è scritto nella Costituzione.
Il patronato è attivo anche nel Canturino e nell’Olgiatese
«Questa azione fornita “con tenacia e competenza dal 1945” prosegue ancora oggi – dicono Panzetta e Mattiroli - in scenari e necessità delle persone ovviamente diverse, ma sempre svolta con l’attenzione ai bisogni e alle fragilità di chi ogni giorno si presenta presso i nostri uffici. Assistiamo purtroppo ad un progressivo impoverimento del Paese (stimati 6 milioni di poveri assoluti), da tempo si constata una frammentazione ed una disintermediazione dei corpi sociali che tolgono di fatto garanzie ai cittadini, la popolazione invecchia ed aumentano i bisogni dell’anziano mentre “nuovi italiani” si affacciano e si inseriscono nella nostra società. Nel contempo la pubblica amministrazione tende ad incentivare un rapporto diretto con l’utente tramite una tecnologia che rende sempre più difficile ed in alcuni casi impossibile ottenere supporto e risposte. In questi contesti l’azione del Patronato continua perciò ad essere quanto mai importante per rispondere alle domande in tema di previdenza, assistenza e cura dell’anziano, per raccogliere nuove istanze da sottoporre alla politica, per supportare le persone dotate di minori strumenti, in sintesi “per trasformare i diritti in pane”».
Oltre alla sede provinciale in città il patronato delle Acli è attivo a Cantù, Arosio, Mariano Comense, Olgiate Comasco e Lomazzo. Altri venti recapiti sono in servizio in venti Comuni della provincia, undici operatori e quaranta promotori sociali si spendono per i cittadini.
Nell’arco del 2024 il Patronato ha accolto e gestito richieste in ambito previdenziale e assistenziale di oltre 15mila cittadini del Comasco. «Perché quando le norme e le leggi si incrociano con i diritti ed i bisogni dei cittadini – commentano presidente e direttore - quando l’azione sociale viene svolta anche attraverso l’attenzione e la cura delle persone, allora questi servizi e questo modo di operare del patronato non sono solo una semplice “vetrina”, ma diventano la rappresentazione concreta di un modo di fare Associazione, di un modo di fare le Acli».
Promotori sociali e premi di laurea destinati ai giovani
Il patronato è per i giovani e per i meno giovani.
Parlare di pensioni significa parlare di giovani: la previdenza di oggi è ancorata a carriere lavorative stabili, con requisiti rigidi e onerosi, che non guardano in faccia alla realtà di oggi, fatta di carriere lavorative discontinue e precarie. I giovani di oggi, raccontano dalle Acli, rischiano di non veder realizzato un diritto di cui hanno goduto i loro nonni e di cui, almeno in una certa misura, godranno i loro genitori.
«Un paradosso generazionale che, come patronato Acli – spiega il presidente Stefano Panzetta - abbiamo deciso di affrontare in prima linea lanciando la proposta di introdurre elementi di economia, diritto del lavoro e diritto previdenziale in ogni percorso di studio. E proprio con questa attenzione alle giovani generazioni, il patronato Acli in questi anni ha promosso, finanziato ed organizzato il premio di laurea in memoria di Salvatore Satta, nostro storico formatore, con l’obiettivo di promuovere lo studio e la ricerca delle nuove generazioni sui temi della previdenza e assistenza sociale».
Il premio offre 5mila euro per la miglior tesi di laurea presentata in materia di previdenza sociale. Tutte le informazioni si possono recuperare accedendo direttamente al sito istituzionale: www.patronato.acli.it.
Ma le Acli guardano anche alla popolazione anziana, grazie alla nuova figura del promotore sociale vengono accompagnati ai servizi professionali e burocratici le persone che hanno meno dimestichezza con pratiche magari informatiche complicate da gestire in autonomia.
«Tante donne e uomini hanno scelto di dedicare una parte, in alcuni casi anche consistente – dice la direttrice Emanuela Mattiroli - del loro tempo libero per far sì che le persone della propria comunità territoriale possano accedere ai diritti o in ogni caso non sentirsi sole nel rapporto con la pubblica amministrazione. Nel patronato Acli della provincia di Como operano una quarantina di promotori. Molti di loro permettono l’apertura di oltre venti recapiti territoriali dove vengono raccolte le istanze e la documentazione necessaria per la elaborazione della pratica poi svolta dall’operatore. Altri danno invece un importante contributo nelle sedi zonali gestendo l’agenda degli appuntamenti e indirizzando le richieste agli operatori di riferimento». Per candidarsi a questo impegno volontario si può chiamare il numero 031.3312713.
La fondazione a Roma dopo la fine del Fascismo
Correva il 1944 quando a Santa Maria sopra a Minerva, a Roma, tra il 26 e il 28 agosto nascono le Acli. Dopo il fascismo, che aveva proibito la libera associazione, dopo la guerra, con il suo portato di devastazioni e macerie, da un desiderio di giustizia muovono i primi passi le associazioni cristiane lavoratori italiani. Poco dopo per far valere i diritti sanciti dall’Italia ecco la fondazione dei patronati, una rete di sportelli diffusi su tutto il territorio. «Le Acli sono il piccolo circolo di periferia, la sede provinciale e gli sportelli a cui le persone chiedono di tutto. Sono nelle strade e nelle piazze e nelle tante attività che ogni giorno animano le nostre sedi, sono i volti dei soci e dei volontari, sono nella musica, nella terra e vicini alle fragilità. Sono nella formazione, sono dentro le risposte ai diritti inespressi, sono dentro l’indignazione che si fa proposta, sono nei cammini per la pace e accanto alle famiglie». Iniziati nel 2024 i festeggiamenti per gli 80 anni, con il congresso “Il coraggio della pace” il 13 e il 14 giugno ecco un nuovo appuntamento insieme alle diverse anime che compongono il mondo aclista. Prima venerdì in villa Gallia dalle 10 insieme al presidente nazionale del patronato Acli Paolo Ricotti e poi in piazza Verdi con stand, gazebi espositivi, volontari, ma anche musica e divertimento, sempre al servizio dei lavoratori e dei cittadini.
Sergio Baccilieri, La Provincia 10.06.2025
------------------------------------------------------
Acli in piazza: «Lavoro povero E il turismo peggiora le cose»
La ricorrenza Il gazebo in piazza Verdi per festeggiare gli 80 anni del Patronato «Tanti segnali di disagio»
Tanti segnali di disagio e bisogno di stare accanto ai lavoratori: questa la sintesi dei compiti che il Patronato Acli Como si assegna in occasione dell’ottantesimo compleanno. Una ricorrenza festeggiata ieri, in piazza Verdi, con un gazebo mirato a sensibilizzare i comaschi sul ruolo ricoperto dal Patronato e con una conferenza a Villa Gallia, venerdì, per analizzare i risultati ottenuti finora e le sfide che il mondo del lavoro sul territorio chiede di affrontare.
«C’è un mismatch evidente tra domanda e risposta - analizza la presidente di Acli Como, Marina Consonno, riferendosi, per esempio, alla presenza di numerosi avvisi di ricerca del personale visibili in città, in negozi e locali - Lato lavoratore però quello che osserviamo sono contratti molto fantasiosi e richieste spesso ingiuste, lesive dei diritti».
«Assistiamo a datori di lavoro che chiedono di lavorare senza orari ben definiti e sette giorni su sette, è il caso soprattutto degli stagionali - rincara la dose Emanuela Mattiroli, direttore del Patronato Acli Como - Sono tutti lavoratori che devono fare i conti in città con un lavoro povero che esiste da anni e che, in alcune dinamiche, è stato reso ancora più povero ed escludente con il boom turistico della città. Ci stiamo lavorando con uno sportello specifico».
I dati rilevati sul territorio rivelano altro: ovvero che il numero di lavoratori inattivi supera quello dei disoccupati. «Sono le persone che non cercano lavoro e non lo hanno, che si arrendono. Hanno la Naspi e accanto a questa svolgono lavori in nero: sono persone fragili, che cerchiamo di recuperare» spiega Mattiroli.
Lo strumento è quello dell’ascolto, elemento fondamentale per la storia stessa del Patronato Acli. «Assistiamo a una progressiva e rapidissima digitalizzazione dei servizi delle amministrazioni pubbliche alla persona: ma l’Italia non è pronta a questo passaggio» aggiunge Consonno. «Riceviamo tante richieste, anche dai giovani, di assistenza in questo senso: c’è bisogno di stare accanto ai lavoratori umanamente, come persone».
Martina Toppi, La Provincia del 15.06.25
Recapiti ACLI Como
Via Brambilla 35, 22100 Como
Tel: 031 33 127 11
E-mail: como@acli.it
Orari
Lunedì - Venerdì
9.00 - 12.30 / 14.00 - 16.00
Si riceve su appuntamento