Da Como a Ventimiglia: per conoscere e comprendere
Marzo 2022
Sabato 11 febbraio, su proposta della Commissione Migrantes della Diocesi di Como, una trentina di persone interessate al tema dell’accoglienza si sono recate in visita a Ventimiglia. E’ stata una giornata feconda di incontri che ci hanno permesso di conoscere e comprendere un’altra realtà di frontiera ma anche di riflettere su quanto accade nella nostra città e sul nostro impegno.
Abbiamo incontrato i responsabili della Caritas cittadina che ci hanno raccontato quanto sia difficile dare una mano a persone che hanno come obiettivo quello di passare la frontiera e, rimandati indietro più volte, vivono la città come un “non-luogo” di passaggio e non come un posto dove costruire un progetto di vita. L’aiuto diventa, quindi, un pasto caldo, vestiti puliti, una doccia, uno spazio dove passare la giornata. E per questo Save The Children ha realizzato dei tendoni dove accolgono mamme e bambini ed organizzano attività per far loro dimenticare per qualche ora il dramma che stanno vivendo.
Ci hanno raccontato di una nuova emergenza. Dei molti giovani che si perdono nella droga, nell’alcool e nella malattia mentale perché allo stress post-traumatico del viaggio si aggiunge l’affaticamento dei continui respingimenti e l’allontanarsi senza fine del loro progetto di vita. Ci hanno descritto la difficoltà ad aiutarli per la carenza drammatica dei servizi per la salute mentale della città.
Abbiamo incontrato due parroci che ci hanno messo al corrente dell’impegno per coinvolgere i cittadini, anch’essi stremati dalla situazione, in opere di solidarietà: il pasto caldo la domenica, l’appartamento per accogliere e sostenere le mamme con bambini. Con don Rito ci siamo incamminati sulla strada che porta alla prima città dopo la frontiera, Menton, dove in un cimitero sulla collina sono sepolti molti dei 607mila giovani che la Francia, durante la Guerra 15-18, ha strappato dai loro villaggi nelle colonie e utilizzato come carne da cannone, rifiutando ora ai pronipoti di quei ragazzi di poter continuare il loro viaggio che, nella maggioranza dei casi, li vedrà solo attraversare tale nazione per altre destinazioni.
Ci ha raccontato dei sentieri pericolosi sulla montagna che, ormai, restano l’unica strada percorribile. Ci ha parlato dei passeur, che chiedono sempre più soldi per portare oltre frontiera e abusano delle donne. Si tratta ormai di vere e proprie organizzazioni che si spartiscono il territorio e si scontrano creando problemi di ordine pubblico.
Abbiamo incontrato, infine, il sindaco che si sta adoperando perché venga aperto un nuovo Centro di Accoglienza, dopo che quello esistente è stato chiuso prima della pandemia, perché le persone in transito possano trovare una struttura dove sostare e ricevere i servizi necessari. Una scelta illuminata che alleggerirebbe anche la pressione sugli abitanti della città.
Sonia Manighetti, presidente circolo ACLI di Rebbio
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