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Emergenza freddo: esperienza inverno 2024

Maggio 2024

Siamo due volontari delle ACLI di Como che prestano la loro opera nell'ambito del progetto “piano freddo 2024". Tutti gli anni, e per noi questo è il quinto, prima che inizi il “piano freddo” proviamo una certa apprensione, ci sembra di non essere pronti per accogliere gli ospiti in modo adeguato.

Basta però salire le interminabili scale che portano al terzo piano del palazzo che ospita il dormitorio e sentire il buonasera del responsabile che la tensione si allenta e poi sparisce. Un saluto fra i compagni di turno della serata, un'attenta lettura dei diari delle serate precedenti e subito ognuno si ritaglia un suo compito.

Un paio di volontari si posizionano all’ingresso con il compito di verificare che l’ospite sia registrato nell'elenco degli aventi diritto e, in quanto tale, autorizzato all'accesso nella struttura.

Gli altri si occupano dell’accoglienza nei piani superiori ed, in particolare, nella sala ristoro: si prepara l'acqua calda per thè e la camomilla; si scalda il latte, si aprono e si sistemano biscotti e dolci vari, si controlla che ci siano tovaglioli, zucchero, cucchiaini e caffè solubile.

Alle 20.00 giungono i primi ospiti.

Qualcuno chiede solo una bevanda calda e ringraziando saluta e va in camera; altri si intrattengono per scambiare due chiacchiere ed in tale occasione si conosce qualche brandello della loro vita. Alcuni di loro hanno perso lavoro ed alloggio trovandosi così improvvisamente per strada. Altri, avendo un'occupazione attendono con fiducia la possibilità di trovare una casa. C'è chi racconta di essere in attesa del riconoscimento dell'invalidità e chi quasi si vergogna di essere lì ed afferma che quella non è la sua vita.

Altri sembrano essere perfettamente a loro agio scambiando con noi volontari commenti, opinioni e pareri che spaziano dalla politica all'attualità, dalla cronaca allo sport.

Ci sono però serate un pochino più frizzanti. L'esuberanza di qualche ospite facilitata magari dall'eccessivo consumo di vino, un tono di voce un po' più alto, uniti alla scarsa pazienza di alcuni ospiti rischiano di compromettere la serenità della serata; tuttavia la sintonia tra i volontari e l'attitudine alla mediazione di alcuni di loro e del responsabile, consentono di gestire, e quasi sempre risolvere, situazioni a prima vista complicate.

Ad onor del vero queste serate frizzanti rappresentano un'eccezione. La maggior parte delle volte possiamo scrivere sul diario di bordo “serata tranquilla”. Tale dicitura apposta alla fine del turno di accoglienza provoca le rimostranze e gli scongiuri  dei due volontari che trascorreranno la notte presso la struttura augurandosi, loro sì, una nottata tranquilla.

Trascorrere questo tempo insieme è anche occasione per conoscerci meglio come gruppo di volontari ed apprezzare le buone qualità di ciascuno.

La condivisione di questa esperienza con gli ospiti ci induce a riflettere sulla drammaticità e precarietà del loro quotidiano e di riflesso quanto a volte possano essere futili le difficoltà che talvolta tutti noi incontriamo nella vita.

Una sera un ospite, con sincera curiosità ci ha posto una semplice domanda: “Perchè fate volontariato?”. Perché non farlo se puoi condividere tempo, ascolto, esperienze, difficoltà e speranze?  “Servi inutili siamo, abbiamo fatto quanto dovevamo fare” (Lc 17,10). Lo scorso venerdì 5 aprile per noi due è stato l’ultimo turno di accoglienza di quest'anno. A fine aprile, per tutti, è stata chiusa la struttura e come ogni anno le domande, che ci poniamo, sono le solite.

Dove troveranno dimora da maggio in poi i nostri amici?  Non è davvero possibile trovare per loro una soluzione non emergenziale, ma continuativa?  Domande che, per il momento, restano, anno dopo anno, senza risposta e purtroppo l'emergenza continua…

 

Vittoria e Mauro Landoni, volontari Acli Como progetto Emergenza Freddo