Il G(i)usto di fare le ACLI
Ottobre 2025
La tre giorni si è svolta in un territorio ad alta spiritualità: il Monastero di Santa Scolastica, il Convento di San Francesco ed il Sacro Speco che racchiude e custodisce la grotta nella quale Benedetto si ritirò per tre anni prima di fondare l’ordine. Abbiamo apprezzato molto, sia con il cuore che con la mente, il percorso di formazione diffusa per la sua relazione con la simbolicità dei luoghi.
Il cammino delle tre giornate è stato preceduto dalla visita guidata di ciascuno dei luoghi sacri all’interno dei quali si sono svolte le attività e ciò ha permesso al gruppo di calarsi al meglio nella giusta disposizione d’animo per lavorare insieme. La provenienza di ciascuno di noi partecipanti da quasi tutta Italia ha ulteriormente arricchito il lavoro del gruppo.
1.Riconoscere e riconoscersi. Nel cambiamento d’epoca. Adriano Bordignon-Forum associazioni familiari
Partendo dalla consapevolezza della trasformazione radicale delle basi della nostra convivenza (economia, società, ruolo educativo della famiglia, diritti umani, comunicazione), il relatore ci invita a trovare qualcosa di generativo dove la maggioranza delle persone non vede alcuna possibilità. Si tratta di sviluppare una forma di generatività capace di prendere l’iniziativa, di avviare processi senza occupare posizioni, di costruire legami spendendosi insieme in modo creativo a partire dalle proprie eccedenze umane. Ciò porta ad un ingaggio, generativo, appunto, con la realtà secondo una dinamica di sensibilità e di sostenibilità non priva di propensione al sacrificio e di forza emotiva oltre che di saldezza morale, all’interno della quale la libertà è vista come partecipazione anziché come assenza di limite. Nella parte costruttiva dell’intervento, Bordignon mette l’accento anche su alcune caratteristiche della cura della vita associativa quali un equilibrato rapporto tra il leader ed il gruppo, cioè il riconoscimento del valore di chi segue il leader (followership), la cura del capitale sociale dentro e fuori dal gruppo, la capacità di raccontare da dove si viene e la capacità di fermarsi per sviluppare momenti di riflessività critica su di sé. La forza del gruppo si costruisce sulla collaborazione anziché sulla competizione.
2.Interpretare. Le Acli nel mondo di oggi: vocazioni, carisma e semi di futuro.
Per un’economia della cura. Alessandra Morelli. Già Delegata per le Nazioni Unite per i rifugiati
La relatrice traccia un profilo della cura come elemento indispensabile della persona e dello stile Acli.
L’economia della cura è il prodotto della capacità generativa della persona che sta dentro il cambiamento d’epoca, analizzato da Bordignon, con sensibilità e responsabilità morale. La cura necessita di un percorso di apprendistato, una sorta di pellegrinaggio interiore che conduce alla consapevolezza del proprio se’ anche attraverso una pulizia ed una purificazione del linguaggio, strumento fondamentale della comunicazione individuale che costruisce il NOI. Volersi bene, comprendere ed accettare il fatto che “nessuno si salva da solo” sono gli elementi più importanti per praticare l’economia della cura; riconoscersi per riconoscere l’altro ed abitare insieme la comunità. La cura lavora sull’”uomo reciproco”, sempre dentro una relazione, e getta ponti verso quell’umanità fragile che vive ai margini, medicandone le ferite.
Le parole chiave: accoglienza, ospitalità, viste oggi come minaccia alla nostra identità e solidarietà intesa come il valore che risolve la crisi e come programma politico. Le parole devono unire e costruire anziché dividere. La multiculturalità e la cultura dello scambio sono una ricchezza che va coltivata poiché rappresenta la base per costruire pace ed inclusione.
La cura va educata ed allenata. A proposito della capacità di stare nelle ferite dell’umanità per medicarle, la Morelli sottolinea come sia tipico della leadership femminile aprire varchi e creare spazi in situazioni di margine e di conflitto e lo fa richiamando l’esempio di Maria Gimbutas, un’archeologa studiosa di società matrilineari all’interno delle quali si venerava la Dea madre, società pacifiche costruite sull’economia del dono e della relazione, distrutte dalle invasioni armate di soldati a cavallo che cambiarono per sempre la gestione dei conflitti.
3.Scegliere. Lo stile Acli. Visita guidata al Sacro Speco e conclusioni.
La visita guidata al Sacro Speco nel monastero di San Benedetto ci ha immersi nella tradizione monastica di quasi mille anni fa, nel silenzio di una grotta e di un uomo che affronta nella preghiera, in armonia con la natura, un cammino di ricerca spirituale.
Qui sopra San Benedetto con San Martino, Sant’ Onorato e San Romano, i monaci che lo hanno aiutato portandogli il cestino del cibo ogni giorno nella grotta quando viveva da solo e successivamente vivendo secondo la Regola nel monastero.
Lo stile delle ACLI, nell’ambito del convegno, si è distinto anche nell’alternare la presentazione dei temi del corso da parte dei relatori e nel vivere momenti laboratoriali. Nel meraviglioso giardino del convento francescano abbiamo vissuto un laboratorio di sperimentazione della fiducia, nel quale eravamo divisi in gruppi, nei quali si doveva sollevare a vicenda ciascuno dei componenti, tenendolo in alto per ogni arto e una volta “atterrati” si esprimevano le emozioni che si provavano e spesso si evidenziava la necessità di doversi fidare della capacità degli altri di saperti tenere.
Al termine di queste conversazioni di gruppo è stato molto interessante ascoltare l’intervista registrata al Presidente Manfredonia che si è interrogato sulle sfide delle Acli, sui temi della Pace, della Democrazia e della Dignità alla luce del coraggio di fare il primo passo e in particolare di affrontarlo insieme con altre associazioni. La pace deve essere vista come apertura alla accoglienza, capacità di disarmare il conflitto e di saper far rinvigorire nei territori, in base alle proprie sensibilità, la democrazia e il rispetto della dignità del lavoro. Gli strumenti utilizzati in questi mesi sono stati gli incontri sui referendum e la partenza della Carovana della Pace, partita da Palermo il 2 settembre 2025 per risalire l’Italia e arrivare a Como il 10 novembre 2025, così da invitare le persone a partecipare alle iniziative sulla pace.
Come scritto all’inizio del nostro racconto, molto significativi i luoghi nei quali si sono tenuti gli incontri, i confronti e le sperimentazioni, ricchi di storia, meravigliosi siti e splendidi paesaggi. Così il corso di formazione si è svolto in luoghi diversi per stimolare le diverse personalità e modalità da assumere. Lo stile sinergico e generativo su cui ci siamo esercitati tende a rispondere a esigenze diverse per non escludere nessuno: multidimensionalità e radicamento sul territorio rappresentano i tratti di uno stile che si apre al dialogo, alla interazione e allo scambio.
Ci siamo salutati con la lettura comunitaria del discorso in cui Papa Francesco ha riassunto i cinque punti che caratterizzano lo stile Acli durante l’udienza papale del 1° giugno 2024, carichi e cariche di energia e di aspettative sui futuri impegni che ci attendono nei nostri territori.
Anna Padova e Roberta Brunati, Circolo Acli Famiglie in cammino
Recapiti ACLI Como
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Orari
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