Lavoro, i dati della ricerca Iref-Acli
Maggio 2025
Lavoro, i dati della ricerca Iref-Acli:
il lavoro povero aumenta le diseguaglianze di genere, territoriali e intergenerazionali
Le Acli di Como presentano i dati della ricerca nazionale IREF, l’Istituto di ricerca delle Acli,realizzata grazie ai dati di circa 800 mila dichiarazioni anonime dei redditi fornite dal Caf Acli attraverso il modello reddituale 730. un osservatorio privilegiato che intercetta e ascolta i bisogni concreti di migliaia di lavoratori e famiglie.
Numeri preoccupanti che ci raccontano che negli ultimi 10 anni i lavoratori in povertà relativa lavoratori a bassa retribuzione sono aumentati del 55%, passando dal 4,9% al 7,6% sul totale occupazionale.
È ancora più preoccupante il fatto che la povertà lavorativa sia interconnessa con questioni generazionali, di genere e territoriali: per ogni uomo con un lavoro povero ci sono 2 donne, mentre le percentuali di incidenza della povertà lavorativa su un ventenne sono di 3,5 volte maggiori rispetto a quelle di un cinquantenne.
I dati mettono in luce come la diseguaglianza retributiva e i lavori a basso reddito siano due fenomeni strettamente correlati, che hanno visto un trend di crescita negli ultimi 15 anni. Gli altri dati ci raccontano di un paese dove l’uguaglianza salariale di genere è ancora molto lontana: il campione, infatti, evidenzia come le donne con lavoro a basso reddito siano il 54% in più rispetto agli uomini. Le diseguagliane, oltre che di genere, sono anche tra generazioni: gli under30 con un lavoro povero sono il 70% in più rispetto agli under50.
Il divario tra Nord e Sud purtroppo permane anche a livello di salario: la probabilità di firmare un contratto a bassa retribuzione in Basilicata è tre volte più probabile che firmarlo in Lombardia. Questa differenza può diventare ancora più significativa se da un polo urbano si va verso le aree interne.
I dati analizzati mettono in luce disuguaglianze economiche e sociali che attraversano il Paese, riflettendo una realtà che riguarda non solo il livello di reddito ma anche l’accesso a servizi fondamentali come la sanità, i trasporti, l’istruzione.
La ricerca IREF ha mostrato l’esistenza di un nesso tra residenza regionale, basso reddito da lavoro e accesso al sistema sanitario: gli occupati lombardi spendono in sanità il 28% in più rispetto agli occupati lucani.
Il 1° maggio che abbiamo da poco festeggiato, deve ricordarci che ogni giorno dobbiamo combattere per un lavoro buono e giusto, con impegno e con politiche pubbliche che affrontino questi problemi con un approccio mirato e differenziato, rimettendo al centro dell’agenda politica interventi strutturali e non misure spot come i bonus.
Marina Consonno, Presidente Acli Como Aps
Recapiti ACLI Como
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