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Progetto Rigenerabene, una formazione sulla gestione per l’uso sociale dei beni confiscati

Novembre 2024

Le Acli di Como sono partner nel progetto: “RIGENERABENE”, formazione sulla gestione per l’uso sociale dei beni confiscati per una rigenerazione urbana, dove venerdì 8 novembre 2024, ore 9:30-13:30, presso l’Aula Magna Chiostro di S. Abbondio, Como, si è svolta la prima conferenza alla presenza di n. 250 studenti di alcune scuole secondarie di secondo grado che hanno aderito, tra cui i nostri centri Enaip, e studenti universitari dell’Università Insubria.

RIGENERABENE è un progetto universitario che intende sensibilizzare i giovani sul tema deibeni confiscati alle mafie e promuovere la loro partecipazione attiva alla rigenerazione dei territori. Attraverso un percorso formativo e laboratoriale, avranno l’opportunità di scoprire la storia dei beni confiscati, dalla confisca al riutilizzo sociale e visitare luoghi simbolo della lotta alla mafia, conoscendo le storie di chi li ha recuperati.

Il progetto complessivamente si sviluppa in diversi momenti e si pone i seguenti obiettivi:

- Sensibilizzare la cittadinanza sul valore dei beni confiscati alle mafie e promuovere il loro recupero e riutilizzo a fini sociali ed economici per il territorio a cui vengono restituiti;

- Informare gli studenti sui beni confiscati alle mafie, il loro valore e le possibilità di rigenerazione urbana e sociale;

- Sviluppare negli studenti competenze di analisi, problem solving e pensiero critico;

- Promuovere la cultura della legalità e la partecipazione attiva degli studenti (percorsi di PCTO, Educazione civica e Orientamento), e dei cittadini.

I contenuti condivisi in questa prima fase della conferenza, si sono soffermati sulla presentazione complessiva del progetto, a cura della Prof.ssa Stefania Barile coordinatrice del progetto, a cui sono seguiti relatori che hanno aderito alla necessità di presentare casi concreti di riutilizzo dei beni confiscati per coinvolgere gli studenti nell’ideazione di nuove destinazioni.

Coordinati dalla Prof.ssa Elena Mognoni, sono intervenuti il  Prof. Nando Dalla Chiesa,  che ha tracciato l’ultimo rapporto di CROSS sul fenomeno della confisca dei beni sottratti alle mafie; Don Giusto Della Valle  con la presentazione del  bene della Cascina di Oltrona San Mamette e Don Massimo Mapelli per la masseria di Cisliano (MI), descrivendo le attività che si svolgono presso  i beni confiscati e assegnati per riutilizzo sociale ; il dott. Luca Corvi , Amministratore giudiziario che ha ben spiegato i passaggi dal sequestro alla confisca per il riutilizzo sociale del bene;  la Prof.ssa Patrizia Gazzola che ha presentato un intervento  dal titolo  “La valorizzazione e la gestione delle aziende confiscate alle mafie” ; il  dott. Alberto Fontana (assessore del Comune di Como)  e il  dott. Giuseppe Molteni (assessore Comune di Cantù) portando un esempio di bene immobile confiscato destinato al servizio pubblico (Azienda  Sociale Galliano di Cantù).

La conferenza ha offerto ai presenti spunti per meglio ipotizzare le altre fasi del progetto, tra cui il lancio di un Bando, un Concorso dove i ragazzi potranno partecipare e sviluppare un loro progetto, creando un’idea innovativa per riutilizzare un bene confiscato, tenendo conto delle esigenze del territorio e delle comunità locali. Il progetto dovrà riguardare un uso sociale del bene e, quindi, la creazione di spazi per l’aggregazione, laboratori, attività culturali, ecc., nonché un uso produttivo del bene con la creazione di cooperative sociali, imprese agricole, ecc., oppure una combinazione di entrambi. Alla fine una giuria valuterà i risultati e saranno premiati 3 progetti.

La seconda  fase  del progetto si riferisce alla pianificazione dei laboratori rivolti alle classi provenienti dalle diverse scuole che si svolgeranno il prossimo anno, con visite guidate a beni confiscati già riqualificati, la Cascina e maneggio a Oltrona S. Mamette, gestito da don Giusto,  dove  accanto alle testimonianze dei collaboratori , saranno riprese  la storia del bene confiscato offrendo un alto livello di sensibilizzazione nei riguardi della gestione dello stesso e l’impegno di relazione e di impatto .

La terza fase del progetto si propone l’organizzazione di un Seminario in cui gli studenti partecipanti al Bando presenteranno alle Autorità del territorio e alla cittadinanza le proprie proposte progettuali con gli elaborati realizzati, mirati alla riqualificazione di un determinato territorio.

Una quarta fase del progetto si snoda con la Summer School “RigeneraBene”, dove gli studenti lavoreranno all’interno dei beni confiscati. Saranno riconosciuti i crediti formativi e il rilascio di un Attestato in collaborazione con Università degli Studi dell’Insubria, LIBERA e le ACLI di Varese e di Como.

I risultati attesi del progetto si possono riassumere nei seguenti punti:

 -aumento della consapevolezza degli studenti sui beni confiscati alle mafie;

 -stimolo alla riflessione sul loro potenziale di rigenerazione urbana e sociale;

 -sviluppo di una mentalità critica e propositiva negli studenti;

-ideazione di progetti innovativi per il riutilizzo dei beni confiscati (raccolta di idee concrete e innovative);

 -coinvolgimento attivo della cittadinanza nel processo di riutilizzo;

-rafforzamento della cultura della legalità e della partecipazione attiva dei cittadini;

 -creazione di sinergie tra enti locali, imprese, associazioni e cittadini;

 -promozione dello sviluppo socio-economico del territorio nei beni confiscati.

Uno dei punti cardine della lotta alla criminalità organizzata è il recupero a fini sociali dei patrimoni accumulati grazie alle attività malavitose. L’attività di valorizzazione e restituzione alle collettività dei beni confiscati presenta diversi aspetti critici, pertanto è necessario tenere aperte le strade anche che portino alla revisione di alcuni aspetti del procedimento di gestione dei beni confiscati e all’introduzione di misure per favorire la continuità e la tutela dei posti di lavoro nelle aziende sequestrate.

 La Lombardia è la quinta regione italiana per numero di beni immobili confiscati alla criminalità. Como è tra le province lombarde più contaminate dai fenomeni mafiosi.

Le previsioni basate sui provvedimenti di sequestro dei tribunali portano a concludere che questo fenomeno si amplierà anche nei prossimi anni.

Come Acli abbiamo accolto questa opportunità di coinvolgimento di questo progetto perché crediamo che le nuove generazioni abbiano un ruolo fondamentale nella costruzione di un futuro più giusto e inclusivo e siamo convinti che questo progetto possa garantire quel legame intergenerazionale protensivo funzionale ad alimentare l’impegno civile necessario al cambiamento culturale nella nostra società.

Marina Consonno, Presidente Acli Como Aps