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Unione europea: fine o nuovo inizio?

Aprile 2025

ACLI COMO unitamente alle altre aggregazioni cattoliche che l’hanno sottoscritto invitano a leggere e diffondere il documento dal titolo “UNIONE EUROPEA: FINE O NUOVO INIZIO?”

Di fronte alle minacce globali di guerra, disuguaglianze, crisi climatiche, l’unica risposta possibile è quella di una unione dei Paesi Europei che sia veramente coesa, forte, solidale. Per rafforzare questa visione dobbiamo infatti evitare di indebolire il futuro dell’Europa che ha bisogno di sostegno e promozione del progetto originario.

Vi invitiamo a partecipare al primo del ciclo di incontri previsti sul tema che si terrà il prossimo 15 maggio alle ore 20.45 presso l’Aula Studio “Edith Stein” presso la Basilica S. Abbondio a Como, con la presenza di Pasquale Ferrara, ambasciatore, esperto di tematiche europee, docente di diplomazia e negoziato presso la LUISS e Chiara Tintori, politologa.

 

Una nota di undici aggregazioni laicali

Unione europea: fine o nuovo inizio?

 

In un tempo di incertezza e di preoccupazione per le sorti dell’unità europea avvertiamo il dovere di esprimere un pensiero che pur critico non sia privo di fiducia e di speranza. Siamo consapevoli del rischio che comporta l’allontanamento dal percorso di riconciliazione, di solidarietà e di bene comune pensato e avviato da uomini e donne di dialogo e di pace.

Di fronte alle minacce di conflitti non serve la chiamata alle armi ma urge un rilancio di quella politica di difesa che - come affermava Alcide De Gasperi negli anni ’50 - necessita di un soggetto politico comune guidato da quei valori che hanno fatto della casa comune europea la culla della cultura del diritto e della dignità di ogni essere umano in qualunque angolo del mondo.

Quando questa consapevolezza è stata rimossa o si è affievolita hanno preso spazio gli egoismi nazionali, sono state impoverite le ragioni dell’unità, sono state indebolite le scelte culturali e politiche per rafforzarla.

Le rigide regole dell’economia, della finanza e della tecnologia hanno a loro volta avuto il sopravvento sulla politica. Nello stesso tempo la diversità delle culture e delle storie dei Paesi europei è stata ridotta a separatezza e a frammento minando le basi della convivialità delle differenze.

Si sono indeboliti i rapporti dell’Europa con il resto del mondo, il bilateralismo ha prevalso e prevale sul multilateralismo ed è venuta meno la forza disarmata dell’Europa unita per prevenire e per fermare i conflitti.

Di conseguenza, e sotto i colpi di un pragmatismo reso pressoché unico criterio di azione politica, anche la tenuta democratica e la partecipazione si sono progressivamente indeboliti lasciando crescere astensionismo e indifferenza.

A fronte di questa deriva papa Francesco rivolgendosi al Parlamento europeo il 25 novembre 2014 affermava: “Mantenere viva la democrazia in Europa richiede di evitare tante ‘maniere globalizzanti’ di diluire la realtà: i purismi angelici, i totalitarismi del relativo, i fondamentalismi astorici, gli eticismi senza bontà, gli intellettualismi senza sapienza”.

Per mantenere viva e forte la democrazia è necessario motivare e sostenere una cittadinanza europea attiva ed è urgente correggere meccanismi istituzionali che fanno dell’Unione europea un “gigante incatenato”.

É, dunque, più che mai importante riaprire il libro dei valori e degli ideali europei che oggi sono più avvertiti dai giovani che dagli adulti. Lo spirito d’Europa sono le nuove generazioni ed è ascoltandole che si può costruire con loro un nuovo inizio.

Come laici cattolici di diverse aggregazioni ci sentiamo chiamati a tenere viva una speranza operosa che trova le sue radici nel magistero sociale della Chiesa compreso quello di papa Francesco che  in più occasioni ha invitato a rendere generativa di percorsi di  pace e di giustizia la parola del Vangelo con il linguaggio laico della politica.

Sono di riferimento uomini e donne di fede cristiana che hanno condiviso con uomini e donne di altra ispirazione il “sogno” della casa comune europea che oggi rischia di dissolversi.

Come cittadini e come cristiani d’Europa non possiamo rimanere indifferenti o rassegnati all’insignificanza europea nello scenario mondiale, non possiamo subire menzogne, cancellazione di culture, manipolazione della storia.

Respingiamo le parole armate che sono parole di morte e distruzione. Oggi e per il domani deve crescere una maggiore autonomia di sicurezza non basata sulla militarizzazione di singoli Paesi ma su strutture comuni di difesa per la sicurezza e la tutela del valore inalienabile della persona e della comunità.

L’Europa e il mondo non hanno bisogno di parole ostili, hanno bisogno di parole nuove che vengono da coscienze aperte a un futuro di solidarietà, di giustizia e di pace. Hanno bisogno di coscienze rette e lungimiranti come furono quelle dei padri e delle madri dell’Europa unita. 

Continueremo ad impegnarci nei terreni culturali, educativi e formativi, nella solidarietà concreta verso i più deboli e le vittime delle ingiustizie, nel servizio per il bene comune in Europa e nel mondo.  Siamo convinti che la politica debba essere  per un cristiano la forma più alta di carità e ci impegniamo perché questa consapevolezza cresca e generi pensieri e scelte controcorrente anche nelle nostre comunità.

Lo scorso anno abbiamo dato vita a un primo percorso culturale in vista delle elezioni europee e quest’anno lo riprenderemo consapevoli che la realizzazione del grande progetto comunitario richiede la formazione e la crescita di una coscienza europea e di una cittadinanza europea.

Riprenderemo il percorso con l’incontro del prossimo 15 maggio dal titolo “Europa: fine o nuovo inizio?” con gli interventi di Pasquale Ferrara, ambasciatore ed esperto di tematiche europee, docente di Diplomazia e Negoziato all’Università Luiss e di Chiara Tintori politologa, saggista e docente all’Università Cattolica.   Alla preparazione di questo primo evento dedicheremo una sessione di studio e di confronto il 23 aprile.

Como, 24 marzo 2025

 

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