Home » News & Eventi » "UN LAVORO NON BASTA" 1° Maggio: Ricerca ACLI-CAF-IREF

"UN LAVORO NON BASTA" 1° Maggio: Ricerca ACLI-CAF-IREF

1° MAGGIO: RICERCA ACLI-CAF-IREF "UN LAVORO NON BASTA" SUL LAVORO POVERO

 

Festeggiamo il 1° maggio quest’anno in un quadro macro sempre più preoccupante, per gli scenari internazionali caratterizzati dal persistere delle guerre, dall'affermarsi in modo sempre più eclatante dei neonazionalismi, di una tecnocrazia che genera una sempre maggior disuguaglianza globale e un aggravarsi del fenomeno dell'impoverimento.

In questo quadro, le ACLI, dentro la Campagna Pace, Lavoro e Dignità, hanno dato il proprio contributo all'analisi del tema Lavoro povero, attraverso lo studio dei redditi che rileviamo dalle circa 800.000 dichiarazioni dei redditi che il nostro CAF ACLI ha elaborato lo scorso anno. I dati sono stati analizzati da istituto di Ricerche IREF; alleghiamo le tabelle relative, utili per un approfondimento.

Numeri preoccupanti che ci raccontano che negli ultimi 10 anni i lavoratori in povertà relativa lavoratori a bassa retribuzione sono aumentati del 55%, passando dal 4,9% al 7,6% sul totale occupazionale.

È ancora più preoccupante il fatto che la povertà lavorativa sia interconnessa con questioni generazionali, di genere e territoriali: per ogni uomo con un lavoro povero ci sono 2 donne, mentre le percentuali di incidenza della povertà lavorativa su un ventenne sono di 3,5 volte maggiori rispetto a quelle di un cinquantenne.

I dati mettono in luce come la diseguaglianza retributiva e i lavori a basso reddito siano due fenomeni strettamente correlati, che hanno visto un trend di crescita negli ultimi 15 anni. Gli altri dati ci raccontano di un paese dove l’uguaglianza salariale di genere è ancora molto lontana: il campione, infatti, evidenzia come le donne con lavoro a basso reddito siano il 54% in più rispetto agli uomini. Le diseguagliane, oltre che di genere, sono anche tra generazioni: gli under30 con un lavoro povero sono il 70% in più rispetto agli under50.

Il divario tra Nord e Sud purtroppo permane anche a livello di salario: la probabilità di firmare un contratto a bassa retribuzione in Basilicata è tre volte più probabile che firmarlo in Lombardia. Questa differenza può diventare ancora più significativa se da un polo urbano si va verso le aree interne.

I dati analizzati mettono in luce disuguaglianze economiche e sociali che attraversano il Paese, riflettendo una realtà che riguarda non solo il livello di reddito ma anche l’accesso a servizi fondamentali come la sanità, i trasporti, l’istruzione.

La ricerca IREF ha mostrato l’esistenza di un nesso tra residenza regionale, basso reddito da lavoro e accesso al sistema sanitario: gli occupati lombardi spendono in sanità il 28% in più rispetto agli occupati lucani.

Questa indagine è uno strumento rilevane perché non solo ci fornisce dati solidi e analisi rigorose, ma ci offre una chiave concreta per raccontare le disuguaglianze con il linguaggio della realtà quotidiana delle persone che incontriamo, nei nostri servizi, negli Sportelli Acli rete lavoro.

Il 1° maggio che ci apprestiamo a celebrare deve ricordarci che ogni giorno dobbiamo combattere per un lavoro buono e giusto, con impegno e con politiche pubbliche che affrontino questi problemi con un approccio mirato e differenziato, rimettendo al centro dell’agenda politica interventi strutturali e non misure spot come i bonus.

 

Nell’augurare a tutti un Buon 1°maggio di festa e riflessione, vi saluto caramente.

Marina Consonno

Presidente Provinciale Acli Como Aps