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25 novembre 2023 Giornata contro la violenza sulle donne ACLI PROVINCIALI DI COMO: servono fatti concreti, investimenti in educazione e prevenzione

Il femminicidio di Giulia Cecchettin, solo l’ultimo degli oltre 100 di quest’anno, è l’ennesimo segnale che stiamo sottovalutando un’emergenza vera: abbiamo bisogno di un grande piano di educazione all’affettività e al rispetto dell’altro, che parta sin dai primi anni delle scuole d’infanzia. Servono investimenti anche per la prevenzione, proprio per non dover più trattare i femminicidi come emergenza.

È passato quasi un quarto di secolo da quando le Nazioni Unite hanno istituito la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Da allora, poco o nulla è cambiato.

La violenza contro le donne continua ad essere tra le violazioni più diffuse e globali dei diritti umani, verificandosi ovunque e a qualsiasi livello: in tutti i Paesi, per strada, in casa, nei luoghi di studio e di lavoro, negli spazi pubblici, nei trasporti, nella politica, nello sport: da parte di sconosciuti, ma anche da persone vicine come amici e familiari.

Nel nostro Paese, secondo i dati Istat, un terzo della popolazione femminile ha subìto nel corso della propria vita qualche forma che si riconduce a violenza fisica o sessuale.

 

Le Acli di Como esprimono un particolare pensiero dedicato a tutte le donne che oggi vivono nei moltiplicati contesti di guerra. Sono le prime vittime, insieme ai bambini che pagano il prezzo più alto dei conflitti armati. Sono le donne ucraine, palestinesi, israeliane e tutte quelle che vivono in quelle terre in cui si svolgono guerre meno note, ma non per questo meno dure.

Le guerre aumentano la violenza contro le donne in termini di stupri, esodi di massa e rischio di povertà: le donne devono poter accedere ai grandi processi decisionali perché, in generale, il loro ruolo è essenziale per le nostre società, tanto in tempo di guerra quanto in quelli di pace.

In particolare, il coinvolgimento delle donne nelle risposte umanitarie è fondamentale, non solo per garantire il rispetto dei loro stessi diritti, ma anche per mettere in luce una prospettiva diversa dello stare insieme.

 

Le Acli di Como esprimono inoltre solidarietà e sostegno alle molte azioni di coraggio delle afghane e delle iraniane, mantenute sotto il giogo di un terribile assoggettamento, per cui anche compiere gesti semplici come andare a scuola, praticare uno sport, mostrare i propri capelli, mettere un paio di jeans o andare in macchina diventa un atto eroico.

 

MARINA CONSONNO                                                              

PRESIDENTE ACLI COMO APS